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DAVE PARSONS, Unstable

Unstable

Inutile perdere troppo tempo a presentare Dave Parsons, colonna portante degli inglesi Sham 69 e attivo in vari altri progetti più o meno famosi, qui alle prese con un excursus sulla propria produzione solista e unico responsabile della riuscita di un album che lo vede sotto i riflettori anche in veste di produttore. Tolta una certa prolissità di fondo, dovuta alle molte tracce presenti, Dave si dimostra comunque ottimo songwriter e musicista poliedrico, capace di passare in rassegna – mai privo di mordente – i vari volti dell’approccio vecchia scuola. In fondo, si tratta sempre del caro rock’n’roll energico e screziato di punk e di attitudine street, non privo di infiltrazioni molto british e una marcata indole garage. La ricerca di cori e melodie accattivanti, a fare da contraltare a un riffing versatile, si unisce a una “ruffianeria” positiva, che spesso quasi finisce per avere un appeal radiofonico tanto retrò quanto sincero. Tutto, del resto, ruota attorno ai termini “nostalgia” e “onestà intellettuale”, punti cardine per comprendere l’operato di un musicista deciso a suonare ciò che gli riesce meglio senza freni inibitori o reti di protezione, sia quando si cimenta in brani quali “Can You Hear Me Now” (a stabilire una linea diretta con i Sixties londinesi), sia quando accelera e colpisce allo stomaco con anthem quali “Gotta Get Out This Place” o “Devon”. Di certo Unstable apparirà ai più come un lavoro fuori tempo massimo e completamente slegato da ciò che piace oggi al grande pubblico, eppure basta il riff di “Another Way” per comprendere come certa musica mantenga sempre il suo (s)porco fascino, la capacità di toccare le corde giuste e riportare in vita sensazioni che si credevano perdute, soprattutto in chi certi suoni li ha metabolizzati e fatti propri al momento giusto. Ecco, Unstable potrà fornire la scintilla necessaria affinché ciò avvenga, così da permettere una momentanea fuga dall’odierna monotonia e un salutare – seppur fugace – ritorno a casa. Tutto il resto conta poco: Dave è uno chef di prima categoria e il ristorante è aperto, all’ascoltatore la decisione se sedersi a tavola o passare oltre.

Tracklist

01. Hope And Faith
02. Framed
03. Can You hear Me Now
04. Another Way
05. Easy
06. Gotta Get Out This Place
07. Wonderland
08. Shangri-La
09. Love To hate
10. Devon
11. Giving It Up
12. Living In the Machine
13. Union Man
14. Free Man