Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

D.A.O., Classe Differenziale

D.A.O., Classe Differenziale

La sigla D.A.O. sta per Different Armaten Orchestra, a sottolineare la bellicosità dell’ensemble torinese, in cui confluiscono cinque anime diverse tra loro, tra le quali uno dei La Piramide Di Sangue, Frankie Partipilo (metà degli Eazycon, un disco a metà Ottanta circa, In The Tradition, sulle orme dei Lounge Lizards) e un personaggio che conosciamo bene perché scrive per noi, ripescatevi gli speciali su RPT e Multislow. I D.A.O. si dividono tra chitarre, trombe, flauti, nastri e vari sax, e fanno proprio un bel casino (tutto rigorosamente registrato dal vivo). La traccia che colpisce di più è quella che apre la cassetta, “Degrado In Via Ponchielli”, che più DIY non si può. Date un’occhiata all’artwork e converrete con me: un viaggio allucinato e notturno attraverso gli enormi stradoni della città sabauda, in cui perdersi prima di andare a sbattere inesorabilmente contro un palo della luce. In generale si tratta di musica “storta” e “brutta” (il delirio free-noise di “Una Domenica Liquida”, i latrati della nervosa “Incubi Di Un Tassista”, mentre “Agente Di Viaggio” è più posata e “minimalista”), figlia deforme di una – chiamiamola così per comodità – forma di jazz nata male, che vuole essere blues e rock ma non ci riesce del tutto. A me sono venuti in mente certi esperimenti bruitisti di marca più off dei Sessanta/Settanta (i Cromagnon) o i Zs più agresti, ma è giusto per darvi una minima idea di cosa mettono in pratica questi simpatici scellerati. Tra l’altro Partipilo è stato intercettato a jammare coi Jooklo Duo, ecco dunque con che tipologia di musicisti avrete a che fare.

La loro è musica bruciacchiata, marcia, in un certo senso “troglodita” e “sgradevole”. Tempo fa, poi, hanno suonato in apertura per i loro amici Oaxaca, altri campioni di improvvisazione che più storta non si può. Astenersi convinti hipster e deboli di cuore.