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CHRIS WATSON, Locations, Processed

New York, natura e modernità con gli occhi di Chris Watson. L’acclamato field recordist, vincitore di due BAFTA Television Craft | Sound-Factual per i documentari “The Life Of Birds” (1998) e “Frozen Planet” (2011), entrambi prodotti dalla BBC e narrati da Richard Attenborough, distoglie la sua attenzione da quei suoni che documentano nel modo più realistico possibile la vita degli animali nei rispettivi ambienti. In Locations, Processed (2018), stampato dalla Moog Recording Company e inserito all’interno del catalogo Blue TB7 Series, che annovera album firmati da The Grid, Charlemagne Palestine e Mika Vainio, crea un percorso sonoro – tanto cittadino quanto alternativo – in onore di Robert Moog attraverso una manciata di registrazioni urbane rielaborate tramite il System 55 del Moog Sound Lab. Una specie di ritorno al passato, a quei principi che ispirarono i primi esperimenti dei Cabaret Voltaire, di cui Watson è stato il tastierista sino all’inizio degli anni Ottanta.

L’etichetta inglese, gestita da Paul Smith della Blast First Petite con la collaborazione della Moog Music Inc., non ha soltanto aperto le porte del suo studio presso l’Institute Of Sound Recording dell’Università del Surrey ma, soprattutto, ha reso trasportabili le sue attrezzature, utilizzate dallo stesso Chris Watson per riformulare quanto catturato dal microfono durante il suo peregrinare tra le vie della Grande Mela, offrendo all’ascoltatore, al di là della copertina standard che non rivela dettagli sul contenuto, l’ennesimo progetto “iperreale”, stavolta in linea con la scansione temporale di alcune giornate cittadine. Il suo lavoro non si limita, però, all’assemblaggio postumo di suoni registrati dal vivo, ma è destinato a trasformarsi in un atto di conservazione della memoria. Il crepitio dei ghiacciai, la ferrovia abbondata, le fusa del leopardo, la forza degli elementi atmosferici. Testimonianze vivide e inalterate, spesso tramandate ai posteri per conto della Touch.

Locations, Processed è altrettanto crudo, con sporadici ritocchi. L’apertura con “Room 343” incorpora il sibilo ossessivo dell’aria all’interno di un impianto di ventilazione. I rumori del traffico si fondono a quelli di lavori in corso. L’eco delle voci di “Grand Central Terminal” inscena l’attesa del treno che, una volta annunciato, entra in stazione tagliando l’aria. Qualche colpo di tosse precede la partenza, stavolta, di una sferragliante metropolitana: Chris Watson ne riporta il viaggio tra una fermata e l’altra durante “Rockefeller Center”. In Central Park sovrappone, invece, il giocare dei bambini all’aria aperta al transito di aeroplani e, in misura minore, alle fastidiose sirene delle forze dell’ordine, centrali anche in “Times Square”, specie se associate al calpestio del suolo, ai campanelli delle biciclette e ai bassi emessi da qualche stereo nei paraggi. “Jamaica Bay To Leigh Valley”, infine, un focus sugli uccelli acquatici a sud della caotica metropoli. Estremi opposti. Così vicini, così lontani.

Tracklist

A. Room 343
A. Grand Central Terminal
A. Rockefeller Centre
A. Central Park
B1. Times Square
B2. Broad Channel
B3. Jamaica Bay To Leigh Valley