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ABSU + DARKEND + SHADOWTHRONE, 1/12/2016

Roma, Traffic. Per le foto ringraziamo Martina Santoro e il Traffic.

Un dicembre romano con delle temperature molto incerte (non fa mai né troppo caldo e né troppo freddo da queste parti) si apre all’insegna del metal estremo. Per la precisione, con un gruppo che in città non tornava da ben 18 anni: gli americani Absu, in tour in Europa dopo tantissimo tempo. Nelle altre date li seguono Possessed e Belphegor, ma qui e a Foggia sono da soli. Ad aprire le danze ci sono gli Shadowthrone, band formata da ex membri dei Theatres Des Vampires. Non sono un grandissimo fan di queste sonorità e ad essere sincero non gradisco molto la loro esibizione, così come quella dei successivi Darkend. Sono due gruppi diversi, il primo suona un black sinfonico che deve tanto agli Emperor, mentr il secondo è molto più orientato verso sonorità moderne e in qualche modo à la Dimmu Borgir/Crade Of Filth. Preferisco astenermi dal dare un giudizio sulle band, un po’, appunto, perché non frequento questi generi e un po’ perché gli Absu le hanno rase al suolo.

Gli Absu, credo, sono l’ultimo gruppo che mi aspetterei di vedere qui al Traffic, perché, come già detto, le loro esibizioni sono state molto sporadiche fino a questo tour. Proscriptor McGovern si dimostra essere uno dei migliori batteristi che io abbia mai visto in ambito estremo: aiutato dal bassista con le parti vocali durante la prima parte del concerto, nel corso della seconda lascia le pelli e si mette dietro il microfono, in parte danzando e in parte cantando. Il perché delle sue movenze è difficilmente decifrabile, come lo è il fatto che continui di tanto intanto a lanciare urli acuti e lancinanti. La scaletta è molto varia e riprende diverse fasi della carriera della band, con brani come “An Equinox Of Fanthomless Disheartenment”, “Highland Tyrant Attack” e “A Shield With An Iron Face”. La performance è di incredibile livello, molto tirata e coinvolgente. Gli Absu, insomma, dal vivo si dimostrano una vera e propria macchina da guerra, una creatura imprevedibile che negli anni si è sempre distinta tra moltissimi altri nomi del suo ambiente. Teniamo infatti presente che in realtà l’unico modo per classificarli è la definizione che loro stessi si sono dati: mythological occult metal, e questo è stato quello che abbiamo visto questa sera, per più di un’ora di grande live.