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S.E.T.I., The Data Logs Of Astro Myrmex

Lagowski

Spazio, ultima frontiera, data astrale…

Mah, diciamo che con queste poche parole si potrebbe anche chiudere qui l’articolo. Scherzo, solo che quando si parla del S.E.T.I. – acronimo di Search for Extra Terrestrial Intelligence – è quasi impossibile non fare riferimenti alla serie televisiva di culto Star Trek.

S.E.T.I., però, è anche il nome che da molti anni ha scelto Andrew Lagowski (musicista attivo fin dal lontano 1982 e partner/engineer di molti artisti famosi, uno su tutti Lustmord) per il suo cosmico progetto sonoro. In quest’ultima fatica decritta le coordinate tridimensionali seguite dall’astronauta Myrmex per il suo viaggio solitario. Otto wormhole, otto interminabili tunnel spazio-tempo, passaggi gravitazionali o buchi vermicolari, scegliete voi quale nome sembra più appropriato. Otto sentieri fantasma, eterei, percorsi con lo scopo principale di scoprire nuove forme di vita, fino a giungere là, dove nessun uomo è mai giunto prima (altra citazione). Tutti differenti fra loro: alcuni ipnotici, altri amniotici e placentari, altri ancora ad ostacoli, schivando detriti ghiacciati provenienti dalle code di meteore e comete. Tragitti inquietanti che intersecano buchi neri super massicci e Pleiadi, circumnavigando estese nebulose anulari. Tutto sommato, in realtà, non esiste una meta definita, non si approda mai su qualche pianeta alieno, tanto da far credere che lo stargate al punto opposto sia ancora sigillato. C’è una partenza con il piccolo frastuono del pulsoreattore atomico derivante dall’accensione della navicella, mai però una fine, spegnimento o raggiungimento, che poi, volendo, è il concetto stesso di infinito, no? Lagowski riesce come sempre a gestire con estrema abilità il proprio bagaglio elettronico, descrivendo nei minimi dettagli il vuoto, lo spazio siderale e l’ignoto. Una buona oretta di asteroidi new-age a forma di ciliegine, space ambient, materia oscura, parsec e distanze anni luce concentrate in un singolo foglio A4, terrificante iperspazio, teletrasporti e velocità smodate.

In linea con molti lavori a nome S.E.T.I.: difficilotti come ascolto, ma in cuffia sempre avvolgenti che è un piacere. Per il resto, mai beccato un UFO, ma gli alieni, ahimè, li vedo tutti i giorni.