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NIFELHEIM + VIOLENTOR + REVERBER, 11/01/2018

Roma, Traffic.

L’ultima volta che sono passato al Traffic nel 2017 è stata per la calata degli Archgoat, un vero e proprio massacro: un evento con pochi spettatori, ma molto sentito e partecipato. Il 2018 inizia con il minitour italiano dei Nifelheim, che parte proprio dalla Capitale. La volta precedente, nel 2014, il gruppo non si era spinto sotto Bologna, così diverse persone si erano fatte la trasferta per raggiungere il capoluogo emiliano.

Questa sera iniziamo coi Reverber, gruppo locale che ancora su questo palco non si è mai esibito. Pur facendo thrash, sono molto distanti dagli headliner e vicini al sound più moderno di gruppi come i Lamb Of God, con una voce che si rifà a James Hetfield. Suonano davanti a quasi nessuno e si rivelano una band piuttosto banale, con un frontman un po’ tanto coatto (almeno nei modi), convinto che basti un “DAJE!” per smuovere i pochi presenti, che invece non si dimostrano granché interessati. Molti sono ancora fuori a bere, più di qualcuno però gradualmente entra per assistere al live dei Violentor. Ho visto la band toscana alcune volte nel corso degli anni e l’ultima, a Roma, erano in formazione a due chitarre, ma da molto tempo sono tornati a essere un power trio. Pur continuando a pensare che con un’altra sei corde avrebbero più impatto, devo dire che se la cavano alla grande anche senza. Ho molto apprezzato, a livello di illuminazione, la scelta di una luce rossa fissa sul palco: il caprone sul telo dietro al batterista sembra più minaccioso. La loro è davvero un’ottima performance, molto più seguita e attesa di quella dei Reverber.

Tempo di un cambio palco veloce e tocca ai Nifelheim. Il primo loro concerto che ho visto era quello del 2008 al Wacken. Da allora hanno quasi completamente cambiato la formazione e quella attuale è di gran lunga meglio, con alle chitarre Savage Aggressor (Felipe Plaza Kutzbach di Procession e Deströyer 666) e Satàmas (Tamàs Buday dei Tormentor). Dal vivo la band di Tyrant ed Hellbutcher è una vera e propria macchina da guerra, una delle migliori in ambito black/thrash, e la gente è in un delirio di headbanging forsennato e inarrestabile. Anche in quest’occasione riconfermano l’alto livello al quale ci hanno sempre abituati: più di un’ora di sonorità malvagie, con una scaletta piena di grandi pezzi come “Black Evil”, “Unholy Death”, “Evil Blasphemies”, “Sodomizer, “Storm Of The Reaper”, “Satanic Sacrifice”, “Storm Of Satan’s Fire” e una cover conclusiva di “Overkill”, eseguita in onore di Fast Eddie Clarke, appena scomparso.

Dispiace per il mancato sold out, ma chi c’era, come per gli Archgoat, quel centinaio di persone presenti s’è fatto sentire, sempre attivo a far casino sottopalco. Questo è il genere di live che serve a questa città!