Zeit: il video di “Staring”

Il 29 di ottobre i veneziani Zeit pubblicheranno l’ep di 4 tracce Monument, su vinile tramite Assurd Records e su cd grazie a una collaborazione internazionale tra Dischi Bervisti, Tanato Records, Shove, Icore Produzioni, Dingleberry Records And Distribution, Rip Roaring Shit Storm Records, Epidemic Records, Indelirium Records, ToTeN ScHwAN Records e Cave Canem D.I.Y..

Il release party, collaborazione tra Trivel e Venezia Hardcore, si terrà il 29 ottobre presso il CS Rivolta di Marghera in quella che si preannuncia essere una serata esplosiva non solo perché il quartetto giocherà in casa, ma anche per via della partecipazione dei francesi Nine Eleven, che hanno appena pubblicato il nuovo album Sentinels e che sono in tour coi Geranium, coi quali hanno già condiviso il palco nell’edizione del 2015 del Fluff Fest. Ad accompagnare le danze ci saranno Agatha, Seventh e Maat Mons.

The New Noise presenta in anteprima il video di “Staring”, realizzato da Serena Doe.

Qui il pre-order del disco.


Scrive Serena a proposito del video…

“Staring” è un pezzo che parla di cambiamento, di trasformazioni. Quando una band mi chiede di realizzare un video, di solito ascolto il pezzo decine di volte, fino ad assorbirlo completamente. Poi inizio a fare una ricerca sulle immagini: guardo film e corti per ore, cercando di avere delle “visioni”. Per gli Zeit sapevo già più o meno dove andare a parare. Volevo usare delle immagini che ricordassero vecchi film muti ma ricreati nei giorni nostri. Tra gli artisti che più hanno lavorato in questo campo ci sono Guy Maddin e Bill Morrison: proprio da alcuni corti di Morrison, ho tagliato i frame centrali del video.
Il resto è tratto da un corto di Kurt Kren, un esponente dell’azionismo viennese. Nello specifico, il corto si chiama “Ana”, dura 3 minuti ed è montato in modo schizofrenico, oltre al fatto che è stato girato in un bianco e nero estremamente contrastato. I protagonisti sono un uomo, una donna e oggetti di uso comune, come una bicicletta (un chiaro riferimento a Duchamp, uno dei primi grandi sperimentatori su pellicola). Il tutto viene poi ricoperto da vernice scura, quasi a voler creare un quadro vivente. Non ho dovuto lavorare particolarmente sul montaggio, le immagini era già molto veloci. Ho solo tagliato e velocizzato/rallentato del 2-3%. Una volta si poteva lavorare direttamente sulla pellicola per renderla unica e particolare, la si poteva tagliare o bruciare. Ora, col digitale, il processo è da un lato più veloce ma, dall’altro, meno personale. Io generalmente uso un Akai mpk mini con il quale regolo manualmente gli effetti che applico al video. In questo caso, ho voluto dare un effetto di invecchiamento che però rendesse l’immagine ancora più dinamica, usando altri effetti colorati e flashati, che ricordassero i colori della copertina dell’album.