ZEIT, Monument

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Dopo il bellissimo lp The World Is Nothing, gli Zeit tornano con questo ep di tre pezzi più cover. Ci troviamo di fronte a un gruppo dalla caratura eccelsa, che dimostra ancora una volta il suo indubbio valore. Gli Zeit suonano post-metal con perizia e precisione millimetrica, nulla è stato lasciato a caso su questo vinile. Le musiche sono disarmoniche e nervose, tortuose ma anche meravigliosamente impattanti, la voce è un urlo disperato ma calibrato, e non prevarica mai sul resto, mentre il drumming è quanto di più vario e meticoloso io abbia sentito di recente in questo genere, pieno di filler molto studiati e davvero sentito. Il problema di questo tipo di band, molto spesso, è che suonano divinamente ma sono allo stesso tempo molto gelide: gli Zeit, invece, aggirano questa trappola con la passione e la dedizione, dipingendo un quadro complesso e completo, in cui amalgamano colori freddi e caldi portandoli alla saturazione. Il riffing poi è a livelli maniacali: stratificato e multiforme, si dipana attraverso cambi di tempo in una serpentina che difficilmente vi lascerà indifferenti. Il basso, infine, pulsante e quadrato, sostiene in maniera egregia l’impalcatura del disco.

In chiusura c’è una cover, come si diceva, e si tratta di uno dei capolavori degli At The Gates: “The Swarm”, uscita nel 1994 su Terminal Spirit Disease, qui riproposta in maniera ineccepibile, ideale fondamenta di ciò che il sound Zeit è oggi. Il gruppo veneziano mi ha sempre colpito per l’estremo ordine e disciplina coi quali crea il proprio tessuto sonoro. Non c’è nulla fuori posto, non c’è la minima sbavatura.

Sono davvero curioso di sentire come si evolveranno.