ZBEEN, K-Frame

K-Frame

Non è un caso che il prossimo disco di Zbeen esca per Entr’Acte, etichetta che tra Helena Gough, Esther Venrooy e altri predilige la sperimentazione elettronica, specie quella sui field recordings. K-Frame, del cui mastering si è occupato Giuseppe Ielasi (pure lui sul catalogo Entr’Acte), è disponibile sulla net-label di Ennio Mazzon (Ripples), titolare di questo progetto assieme a Gianluca Favaron, che conosciamo anche per Under The Snow, altra sua collaborazione, questa volta assieme a Stefano Gentile di Silentes. I suoni di partenza qui diventano un qualcosa che di volta in volta si sposta lungo la linea ambient-glitch-rumore. K-Frame, in sintesi, è un ep spesso tagliente e teso, che – oltre ai dischi dell’etichetta inglese alla quale s’accennava all’inizio – ricorda nei suoni più aggressivi e “insettosi” lo stile di illustri esponenti del noise. Colpisce soprattutto la seconda metà di questi venti minuti: “Enhet Lengde” è una morte gelida e terrificante, mentre “Retning” è per lunghi un cupissimo assalto di suoni digitalizzati. Non stiamo parlando di roba che sposta confini, ma nemmeno della solita riproposizione noiosa e indiscriminata di mille suoni raccolti col Minidisc.

Cuffie consigliate: si fa sempre più interessante questo Veneto elettronico.