WU-LU, Loggerhead

Wu-Lu è l’alias di Miles Roman Hopecraft, vero nome del Banksy della musica black britannica. Arriva da South London/Brixton, città/quartiere multietnico e sorta di capitale inglese per legalizzazione della cannabis, oltre che fucina di talenti artistici ed area da sempre al centro di complicate storie di emarginazione ed emancipazione.

Firmando con Warp, Wu-Lu, dopo numerosi ep, 45 giri, formati liquidi e solidi, con Loggerhead (testa di legno ma anche Violento Contrasto!) esce con un primo album forte e coeso, maturo, pulito, di pura black modern music, e c’è dentro tutto, dai Bad Brains a Tricky. Si circonda di collaboratori come Mica Levi agli arrangiamenti, Raven Bush, Lex Amor (nel brano che ha fatto da apripista per questo disco, conquistando cuori e classifiche indipendenti di mezzo mondo, programmaticamente intitolato “South”, puro hardcore contemporaneo).

Miles non era ancora venuto al mondo quando nel 1979 Paul Simonon, bassista dei Clash, anche lui nato a Brixton, con “Guns Of Brixton” riscriveva la storia delle violenze poliziesche nel quartiere. Non era tra noi nemmeno l’11 aprile 1981, quando, dopo la morte di un giovane di colore di Brixton causata dalla polizia di Margaret Thatcher, il Bloody Saturday sconvolse Londra e in seguito numerose altre città inglesi, ma è proprio quella l’aria che si respira in tutto questo palpitante progetto. A oltre quarant’anni da quei fatti, Storia che anche noi da lontano abbiamo percepito come tale, quarantadue minuti di una musica che da tempo non si ascoltava: bella, barricadera, antagonista, che per queste caratteristiche procura un piacere fisico totale e completo, anche se significa che dal punto di vista sociale non sono stati fatti evidentemente molti passi in avanti da quei giorni, anzi.

Dai primi esperimenti astratti del dub-mixtape di Ginga, datati 2015, all’anthem rock n’roll di “Time”, penultimo pezzo di Loggerhead, Wu-Lu ha fatto letteralmente tanta strada. Si comincia con “Take Stage” dall’incedere “massivo” per abbandonarsi alle “Night Pills” con la voce di Miles e Asha Lorenz, fin verso le fiamme di “Ten”, uscito on line con un video che al pari di quello di “South” è assolutamente incendiario, poi ancora “Facts”, con la partecipazione di AmoN, e chiude con lo straordinario beat di “Broken Homes” (già uscita separatamente nel 2021). Servono davvero poche parole per raccontare questo disco, perché troppo bene si racconta da solo! Speravamo in un tour che arrivasse in Italia e alla fine ci sarà una data in Toscana a settembre.

Massimo rispetto per Miles Roman Hopecraft e i suoi sodali, per questi 12 pezzi di “Combat Black Rock” da ascoltare tutto di seguito ad alto volume in questa maledetta estate di guerra. Non è tempo per rilassarsi, insomma, ma almeno questa è grande Musica che parla della vita vera… It’s Life during Wartime, canticchiava qualcuno…