WALK THROUGH FIRE, Vår Avgrund

Nuovo album in studio per gli Svedesi Walk Through Fire, cinque anni dopo il precedente, e ottimo, Hope Is Misery. La band di Gothenburg, giunta con quest ultimo lavoro al suo quarto full length, è ormai da diversi anni un nome di prestigio nella variopinta scena doom/sludge metal svedese, status acquisito grazie ad una serie di album solidissimi e sorretti da una produzione eccellente. “Var Avgrund” tradotto significa “il nostro abisso” ed è il primo loro album cantato in lingua madre. Si tratta di un concept sul tema dell’ineluttabilità della sofferenza e del dolore. Le coordinate di fondo sono le stesse del passato, ovverosia un funeral doom/sludge metal estremamente dilatato e venato di ambient, costruito su un riffing minimale e ossessivo e impreziosito da note sostenute che riempiono gli spazi lasciati vuoti dalla sezione ritmica. Si percepisce, comunque, una maggiore apertura verso la sperimentazione, che risulta evidente in episodi come “Vagar Mot Slutet” (con un assolo di sax) e “Ett Inre Krig” (arricchita da un organo liturgico). La cadenza dei brani è ai limiti del drone, il basso e la batteria scandiscono un ritmo soffocante, catatonico, sul quale si innestano i vocalizzi mefistofelici del cantante/chitarrista Ufuk Demnir, mentre la chitarra esegue accordi basilari che creano un’atmosfera di completa desolazione, merito anche dei feedback, usati come elemento strutturale. I riferimenti sono molteplici: dal classico funeral doom dei maestri finlandesi Skepticism o dei più moderni Bell Witch al noise/sludge dei Primitive Man. La musica dei Walk Through Fire è lugubre, introspettiva e gelidamente morbosa; non uno spiraglio di luce né un alito di vita penetrano tra i suoi solchi, ma solo il buio, il dolore, la morte. È un viaggio senza ritorno negli abissi della nostra anima, nelle profondità più remote del nostro inconscio, dritti verso il nulla dell’esistenza.