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VONNEUMANN, Johnniac

A 70 anni dalla sua creazione, a 57 dal suo ultimo utilizzo, i Vonneumann decidono di dedicare il loro nuovo disco a JOHNNIAC (John von Neumann Numerical Integrator and Automatic Computer). Registrato a Pisa senza nessun tipo di overdub, suonato live, comprese le componenti elettroniche, ci porta a una precisa referenza stilistica, che pur partendo da altre basi trova in questa versione sanguigna del trio romano un suo perché: Trans Am.

In “El Carinebo” Ivan A. Rossi regala stralci vocali, mentre in “Oblivioli” è come sentire una specie di Seventies sound uscito da una soundtrack ad altissimo tasso di adrenalina. “Zinci Theme” riesce a cullarci: una suite diabolica che sembra arricchirsi da un momento all’altro in maniera elegante e complessa, come fosse una sorta di aria jazz disidratata. Con “AscigaDramm” il canovaccio sono tetre atmosfere Western, anche se queste suggestioni sono del tutto a aleatorie se si tiene presente l’impianto aperto e libero del progetto di Filippo Mazzei, Fabio Ricci e Toni Virgillito. La sensazione è quella di aver a che fare una “app organica”, tanto che sorgono dubbi sull’effettiva umanità dei musicisti. Ci sono sempre uno scontro e una convivenza fra gli elementi fisici, terreni (la chitarra di “Fußecurity”, ad esempio) e un impianto che si ritrova a disegnare traiettorie completamente aeree ed evanescenti, fino a farle planare unendo i due mondi. E infatti forse questo era JOHNNIAC, un calcolatore intelligentissimo ma pur sempre un insieme di legno massiccio e ferraglia, già pronto per un recupero di modernariato appena terminata la propria missione. “Il Daughter Brother”, sin dal titolo, è brano inclusivo e terminale, che fissa i Vonneumann esattamente al guado della loro musica: piccoli sprazzi tropicali, sentori e movenze, legni, rock destrutturato e oltre, controllo preventivo delle possibili sfuriate sonore e dei crescendo. Una volta lo avremmo chiamato post-rock, ma calcolando che nel raggio della sua azione siamo passati da Perry Como a Pet Sounds, ben possiamo comprendere come anche i Vonneumann siano armati di una molteplice parure sonora. Da ventun anni ormai sulle tracce, dieci album all’attivo e una scioltezza musicale impressionante, Voneumann è un vagabondo che traccia solchi invece che scegliere strade a casaccio. A ringraziare, come sempre, sarà chi riuscirà a seguirlo.