VOLTUMNA, Disciplina Etrusca

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Voltumna è il nome di una divinità femminile di origine etrusca, citata da Ovidio nelle Metamorfosi, che personificava la successione ciclica delle stagioni. A essa era dedicato il santuario federale etrusco (c.d. Fanum Voltumnae) e le si attribuiva la facoltà di assumere qualsivoglia forma e di scagliare fulmini. Il “Deus Etruriae Princeps”, come lo definisce Varrone, era considerato inoltre il protettore dell’aruspicina, la sacra arte divinatoria che consisteva nell’esame delle viscere. Secondo gli etruschi gli dei condizionavano il destino del mondo e degli uomini, il fato però poteva essere previsto grazie all’interpretazione di alcuni segni che questi inviavano sulla terra. Se il pronostico era funesto, gli etruschi cercavano di evitare la sciagura offrendo sacrifici e riti propiziatori. L’espressione latina “Disciplina Etrusca”, scelta come titolo di questo disco, designa infatti il complesso delle conoscenze e delle pratiche divinatorie, pubbliche e private, i cui precetti erano raccolti nei libri sacri conservati dai lucumoni. Tali libri recavano istruzioni per l’esame di tre particolari fenomeni: exta (viscere delle vittime), monstra (prodigi di vario genere) e fulgura (folgori). Da queste premesse storiche, dalla mitologia e dall’esoterismo etrusco, ha tratto ispirazione il gruppo originario della Tuscia (Viterbo), legato in modo profondo al territorio dell’Etruria e al bosco sacro dei Volsinii, fautore di un black/death metal dalla marcata impronta iniziatica. Il precedente album Damnatio Sacrorum (2013) si era contraddistinto per l’originale mescolanza di elementi black, death e pagan metal innestati su un tappeto sonoro di ferale e cieca aggressività. A due anni di distanza i Voltumna segnano il passo con un’evoluzione compositiva che alla violenza passata unisce la ricerca di soluzioni melodiche e atmosferiche intense e in grado di dare una maggiore profondità alle singole canzoni. Segno evidente di questa maturazione sono il ricorso al doppio registro vocale (gutturale e acuto) per creare un effetto di dinamismo continuo, la cura riposta nelle partizioni solistiche di chitarra e la presenza evocativa e mai ingombrante dei suoni di tastiera. I tempi ritmici dell’album sono mediamente sostenuti senza tuttavia essere troppo veloci, se si eccettuano l’iniziale furiosa “Roma Delenda Est” ,”The Alchemist”,”Carnal Genesis “e la rivisitazione di “Black Metal” dei Venom. L’impressione generale, infatti, è che i Voltumna abbiano posto l’accento sulla possanza dei passaggi cadenzati e ricchi di groove, come nel caso di “Bellerofonte”,”Bringer Of Light” e “Tages, Born From The Earth”, sui quali innestare in seguito linee secondarie di riff fino a plasmare la struttura finale dei brani. Menzione particolare, infine, per la splendida opera grafica di copertina e al mirato face painting che raffigura i componenti del gruppo, avvolti nelle tuniche cerimoniali dei lucumoni. Se la qualità degli album a seguire si manterrà su questi livelli elevati, il gruppo viterbese non tarderà a imporre la propria presenza anche al di fuori dei confini patri.