VITAMIN X, Age Of Paranoia

Non credo servano presentazioni per gli olandesi Vitamin X, ormai un’istituzione in seno alla scena hardcore mondiale, attivi da venti anni e forti di una nutrita discografia sparsa tra alcune delle etichette di riferimento (Tankcrimes, Agipunk, Havoc…), abbiamo avuto l’occasione di vederli dal vivo anche di recente sia al Venezia Hardcore 2017, sia a inizio anno al Questa È Roma. La novità è la firma per la Southern Lord, che si occupa di questo nuovo album e offre alla band la possibilità di allargare ulteriormente il proprio bacino di ascoltatori, occasione che i Vitamin X colgono alla grande con un album che ha davvero ben poco da farsi perdonare e non offre molti spunti di critica, al contrario dimostra come abbinoa saputo apportare alla loro formula ormai collaudata quella varietà e quel guizzo in più per non ripetersi. Tra l’altro, approfittando dell’opportunità, gli olandesi si tolgono lo sfizio di avere a bordo come ospiti due nomi da brividi lungo la schiena come J. Mascis (Dinosaur Jr.) e Bubba Dupree (Void), il che vale un po’ come la somma medaglia per le giovani marmotte: fosse per me, potrei anche ritirarmi dopo aver pubblicato un disco con questi due signori nei credits. Ma qui si parla di un gruppo che non ha certo bisogno di appuntarsi distintivi, visto che dal vivo tira giù tutto e non teme rivali, diverte e convince a tuffarsi nella mischia anche il più timido, per cui alla fine solo di note a margine si tratta. La musica offerta? Un calderone di hardcore dai riverberi metallici che si potrebbe tranquillamente chiamare thrashcore, con una forte componente old-school e il tiro giusto per far saltare dalla sedia, riff micidiali e stop and go al momento opportuno, digressioni e cambi di percorso anti-noia e tante tante corse a perdifiato lungo le tastiere degli strumenti che non smentiscono la fama guadagnata sul campo.

Sedici brani in meno di mezzora, cori che si ficcano in mente dal primo ascolto, divertimento garantito, hardcore, stage diving, materassini a forma di coccodrillo, che cazzo vi dobbiamo dire di più? Ah sì, visto che ora stanno su Southern Lord e non su un’etichetta del giro giusto magari andrà di moda storcere il naso e dire che non sono più quelli di una volta, vai a saperlo…