VERANO’S DOGS, Summoning The Hounds

Avevamo visto in azione i Verano’s Dogs durante il Questa È Roma a gennaio, un set breve ma intenso che aveva acceso la nostra curiosità nei confronti del trio ispirato per il suo nome dal noto cimitero romano.

Il primo album, Summoning The Hounds, esce per la slovacca Metalage e ci permette di osservare tutte le sfumature di un sound che non fa mistero della sua attitudine old school, né tantomeno maschera un debole per i padri putativi della scena grindcore (Napalm Death e Carcass in primis) e death (Bolt Thrower, Autopsy, Impetigo…). Il risultato, ovviamente, non punta a stravolgere nulla, né aspira a scoprire chissà quali nuove forme espressive, eppure colpisce nel segno grazie a una manciata di brani potenti e ben scritti, mai troppo uguali a loro stessi e in grado di accompagnare l’ascoltatore a fine corsa senza cedimenti. I Verano’s Dogs hanno dalla loro soprattutto un songwriting ben calibrato, con le necessarie variazioni e dinamiche interne che non lo fanno risultare ripetitivo o banale, e riescono a donare ai loro brani la giusta cattiveria tramite un suono (guarda caso targato Hombrelobo Studio) che non eccede in pulizia o patinature, così da mantenere il coefficiente di sporcizia necessario affinché il gioco funzioni e il tutto conservi quell’aura marcia insostituibile se si vuole risultare convincenti quando si tirano in ballo determinati nomi.

L’idea di unire i titoli delle composizioni in un tributo alla figura del cane nei suoi collegamenti alla mitologia e alla letteratura, con specifica attenzione ai riferimenti funerei e oscuri, offre un ulteriore spunto di interesse e personalità al tutto, il che non guasta di certo. Poco altro da aggiungere, se non sottolineare come la militanza in altre realtà passate e presenti, tra cui Taste The Floor, NIS, Injury Broadcast, ricopre il suo peso nel momento in cui mancano le incertezze e ingenuità tipiche di chi affronta per la prima volta lo studio di registrazione, così da donare a questo Summoning The Hounds tenuta e sicurezza durante l’intero tragitto. Parafrasando: it’s only death & grind, but we like it!