URAL, Party With The Wolves

Due distinte immagini mi vengono in mente all’ascolto di questo nuovo disco degli Ural, formazione che seguo sin dagli esordi e che ha dimostrato di saper far tesoro dell’esperienza accumulata con il tempo. La prima è quella del mio ultimo anno di liceo, un periodo segnato dalla scoperta della prima ondata crossover con nomi quali D.R.I., Crumbsuckers, NuclearAssault, Excel, Ludichrist, Cryptic Slaughter, S.O.D. e compagnia bella, vera e propria chiusura del cerchio per chi come me nasceva musicalmente nel metal, ma si era perso lungo la strada a causa dell’hardcore e della sua filosofia diy. Un salto temporale di quasi quindici anni e siamo all’alba del nuovo millennio, il mio stereo si surriscalda con il cosiddetto bandana-thrash di D.F.A., Municipal Waste, Crucial Unit, Voetsek, Cross Examination, Broken Bones, Deadfall, Die!, quasi un ritorno a casa nella valle dell’adrenalina e un bel dito puntato contro l’eterna lotta tra purismo old-school e innovazione new-school, una ricetta fatta di riffing thrash impiantati su anthem hc da crowd surfing sul materassino. Gli Ural oggi portano avanti con orgoglio questa tradizione, ne danno la propria lettura personale e soprattutto divertono, perché una cosa che non deve mai mancare se si decide di seguire questa strada è la capacità di coinvolgere l’ascoltatore e fargli battere la testa a tempo. Non si può barare, inutile far finta di essere ciò che non si è, o certi pezzi vengono fuori in maniera naturale o si finisce per mancare completamente l’obbiettivo e annoiare a morte il malcapitato ascoltatore. Party With The Wolves arriva dritto al punto ma non si fa mancare una buona dose di tecnica che ricorda l’attitudine delle band di Venice (Excel su tutti), così da rendere varia e mai monotona la propria offerta. A volte sembra quasi di intravedere una malcelata passione per i Voivod di Killing Technology, ma per il resto si va giù duro e si travolge tutto con una vera e propria cascata di riff e stop&go da manuale.

Insomma, saremo pure nel regno del niente di nuovo sotto il sole, ma gli Ural svolgono il proprio sporco lavoro in modo convincente e si aggiudicano senza sforzi la partita. Noi aspettiamo di vederli dal vivo e, nel frattempo, prepariamo pinne e maschera da sub.