U.e., Hometown Girl
U.e., aka Ulla E. Straus, è originaria della West Coast, cresciuta artisticamente a Filadelfia e fa ora base a Berlino, da dove ha appena pubblicato Hometown Girl per la sua label 28912, un album che declina in modalità pittorica le apparentemente fragili dodici composizioni in esso contenute grazie a un sapiente quanto discreto uso di pianoforte, chitarra, tromba, batteria ed elettronica, come se fossero astratte, tenui pennellate su di una tela immacolata.
Ulla esordisce nel 2017 con Floor e già nel 2020, con Tumbling Towards A Wall, album dal titolo più che significativo, viene notata da Resident Advisor e Pitchfork, ma è nel 2022 con Hope Sonata, edito dalla prestigiosa Longform Editions, che si ritaglia definitivamente un posto di rilievo nell’ambito della musica sperimentale, con passaggi nei festival europei più sofisticati come il belga Meakusma.
Emerge da brume nebbiose il caratteristico suono di Ulla / U.e., musica prevalentemente strumentale, intima, low-fi che fin dall’incipit “Goodmorning” avvolge in carezzevoli, incantatorie spire psichedeliche, a seguire “Lavender” e “Gecko” con il richiamo di una voce distante, tutte composizioni che si avvicendano delicate, evocative ma sorprendentemente accattivanti e concrete. Con “Drain The House” viene in mente il Vincent Gallo di “The Music of Butterfly”, progetto in compagnia del figlio di Paul Simon, Harper. L’andamento claudicante di “Froggy Explorer” è pura digital electronic music, ma con un cuore che pulsa forte dentro. Poco si sa dei collaboratori che ascoltiamo in Hometown Girl come della voce che appare in “Little Window” e in “Song For Hill”, quando si colgono reminiscenze della storica scuola slow core di Louisville. Da “Night Loop” in poi siamo in piena contemporaneità con un doppio finale, “Drawing Of Me” e “Mute”, memorabile: give peace a chance, dell’animo almeno.