TRIPTYKON, Vanja Šlajh

Vanja

Di Melana Chasmata abbiamo già parlato in modo approfondito: il secondo album dei Triptykon dimostra come la band sappia stare in piedi sulle sue gambe, al netto di nostalgia e nomi ingombranti, forte della vena creativa e dell’inconfondibile tratto di mr. Tom G. Warrior, ma non meno delle idee e della personalità dei nuovi compagni d’avventura, ciascuno a suo modo tassello importante del tutto. Ho conosciuto Vanja, bassista della band, al tempo del debutto e siamo sempre rimasti in contatto, per cui era naturale scriverle per sentire cosa avesse da raccontarci sul nuovo album e su come vanno le cose in casa Triptykon. Del resto, in questo periodo – complice la nostra partnership con il festival Helvete – la Svizzera occupa parecchio spazio sulle nostre pagine virtuali e fa sempre piacere poter scoprire qualche nuovo nome su cui indagare e informarsi sullo stato di salute della sua scena, per cui ci siamo fatti anche consigliare qualche band da tenere d’occhio.

Ciao Vanja, mi fa piacere parlare di nuovo con te, sembra siano passati appena pochi mesi da quando discutevamo di Eparistera Daimones, ma in realtà sono già trascorsi quattro anni. Cosa è successo nella band in questo periodo e cosa è cambiato, se lo è?

Vanja Šlajh: È vero, il tempo vola e un sacco di cose sono cambiate. Per quanto riguarda la band, credo che ciascuno abbia trovato il suo posto preciso all’interno dei Triptykon e abbia acquistato maggiore sicurezza sul palco. Come persone, ciascuno di noi ha avuto/ha le sue difficoltà ed è davvero difficile lavorare quando pensieri bui ti attraversano la testa. Per fortuna tutti nella band comprendiamo queste situazioni e abbiamo voglia di seguire lo stesso percorso, così alla fine ritroviamo l’energia che ci unisce. Per questo, è stato necessario molto tempo per completare Melana Chasmata…

Apprezzo molto il modo in cui riuscite a combinare riff diretti e parti atmosferiche, mantenendo sempre il mood oscuro che avvolge i brani. Esiste una visione d’insieme dietro le nuove composizioni o una fonte di ispirazione comune all’interno di Melana Chasmata?

Non c’è stato un vero e proprio incontro per parlarne prima. Abbiamo già l’oscurità dentro di noi e, quindi, ci limitiamo a farla uscire in modo onesto. Di sicuro ci sforziamo per trasmettere a chi ci ascolta questo spirito, la magia di Melana Chasmata e i nostri sentimenti.

A questo punto non possiamo evitare di rendere omaggio ad un artista incredibile da sempre legato a Tom e fondamentale per l’immaginario dei Triptykon, qualcuno che purtroppo è scomparso di recente. Cosa mi puoi dire di H.R. Giger e del suo contributo alla vostra musica?

Siamo davvero orgogliosi del fatto che Giger ci abbia sostenuto ancora offrendoci un altro incredibile artwork. La sua arte si sposa perfettamente con la nostra musica. Era una persona e un artista incredibile. Proviamo un immenso rispetto e un’incredibile gratitudine per lui e sua moglie.

Ti va di parlarci della tua esperienza come persona e musicista all’interno della band? Che impatto hanno avuto i Triptykon sulla tua vita?

Il fatto che siamo arrivati a tanto va oltre ogni possibilità di descrizione. Quando ho comprato il mio basso sognavo di poter fare ciò che faccio ora. Apprezzo ogni piccolo passo che riusciamo a fare e sono felice di sentirmi così a mio agio nei Triptykon. Credo che trovare le persone giuste per formare una band sia la cosa più difficile e sono immensamente felice per come lavoriamo insieme e riusciamo ad essere anche buoni amici. Alcuni giorni faccio fatica a credere che Tom mi abbia offerto la possibilità di far parte dei Triptykon.

Hai suonato su tantissimi palchi insieme a molte band differenti, ti ha colpito qualcuno di questi in particolare? Che cosa ascolti quando non sei impegnata con i Triptykon?

Il tour negli USA del 2010 è stato un viaggio meraviglioso. Insieme con i 1349 e gli Yakuza, due grandi band composte da ottime persone. E ci sono state molte altre formazioni che mi ha fatto piacere poter conoscere.
È difficile risponderti sui miei ascolti preferiti. Sono di mentalità totalmente aperta e lo stesso vale per la mia collezione di dischi, oltre a dipendere molto dal mio umore.
Per lo più ascolto cose old-school, fatte con il cuore e ricche di emozioni. Hard rock, grunge, thrash, death, black, doom, stoner, sludge, progressive, heavy metal…

Sarete in tour in Europa nei prossimi mesi? C’è possibilità di rivedervi presto in Italia?

All’inizio di dicembre saremo in tour con gli At The Gates, ma purtroppo non in Italia. Spero per il prossimo anno…

Parliamo dell’attuale stato della scena Svizzera, sei ancora attenta a cosa succede e interessata a scoprire nuove band?

Vado ai concerti ogni volta che posso e molti dei miei amici sono ottimi musicisti. Ci sono alcune band davvero brave, come Traumalice, Deathcult, Blakk Old Blood.

Grazie mille ancora per il tuo tempo…

Grazie a te!