TRIPES, Suicide Jazz

TRIPES, Suicide Jazz

Un tranquilla passeggiata per la campagna francese con i colori tutti mischiati? Impressionismo free? Mi prende di sorpresa questo trio “allegro” dal nome significativo di Tripes. Carte in tavola sono il clarinetto ripetitivo di Jean-Brice Godet, la batteria rotolante di Julien Chamla e il contrabbasso di Marco Quaresimin.

Al primo ascolto Suicide Jazz mi ha ricordato discese e salite ornettiane, intraprese con un certo gusto per la rivisitazione sì, ma anche per il coretto claudicante e la parentesi che va a naufragare in un crescendo tortuoso. Una bella mangiata, o più correttamente, un petit déjeuner. Due tracce lunghe che iterano concetti melodici con insistenza e lavorando in maniera puntillistica sul minimalismo, che creano legami simili a quelli che si potrebbero creare a un pic-nic senza pensieri, quando il tasso alcolico raggiunge il livello giusto. Cosa posso dirvi ancora se non che i dischi così mi piacciono molto perché non hanno alcun baricentro preciso, arrivano di soppiatto e ti portano via per un lungo giro senza che tu sappia verso quale destinazione? Se in “Why Tripes” si parte di soppiatto per poi trovare un sentiero melodico verso l’uscita di un labirinto, con clarinetto e contrabbasso che fanno discussioni solo all’apparenza futili, in “Omnia Vanitas” si inizia sbuffando un terzinato che diventa poi sempre più materico, raggrumando anche qualche nube scura sulla tavolozza. Iterazione e cambiamento in salsa free. Se avete amato Metabolismus, qui forse ne troverete una specie di seguito, campestre, spensierato e alticcio.

Lo porterò con me facendo una bella passeggiata sul ponte ad Argenteuil, ricordando quel che il maestro dell’impressionismo Claude Monet ebbe a dire a proposito di questa mutevole realtà: Sono costretto a continue trasformazioni, perché tutto cresce e rinverdisce. Insomma, a forza di trasformazioni, io seguo la natura senza poterla afferrare, e poi questo fiume che scende, risale, un giorno verde, poi giallo, oggi pomeriggio asciutto e domani sarà un torrente. Molto bravi.