TREES OF MINT, NW

Ho già parlato di Francesco Serra e in quell’occasione ho cercato di dare un’idea del suo approccio molto essenziale. Non ricopierò qui le stesse frasi: credo che – con questo nuovo disco a nome Trees Of Mint – stia continuando sulla stessa strada, sempre con chitarra elettrica e rullante, entrambi piegati in chiave ambient/atmosferica. Levo subito di mezzo il discorso su musica difficile/ascolto impegnativo, tanto sappiamo già tutti tutto: qui, in qualche modo, Francesco dona una dimensione tragica e senza tempo (grazie Rothko) ai suoi pezzi, riuscendo ad accennare a delle melodie mentre disegna con le corde quei paesaggi che gli sono rimasti impressi nella memoria. Dunque, forse, in maniera controllata e rigorosa, misuratissima, espande quanto fatto con l’ultimo lavoro, riscoprendosi leggermente più musicale, cosa che non sorprende se si torna a sentire anche il disco del 2012, uscito sempre per Trovarobato. A differenziarsi dal resto è la quinta e ultima traccia dell’album, basata non solo su delle pennellate, ma in primis su di un loop: tutto un altro dinamismo, dunque quasi tutta un’altra faccenda, a cui ho tempo per dare un senso, perché per fortuna Francesco non butta fuori un disco ogni sei mesi…