Tre nuove uscite Black Sweat: Venndiagram (DSR Lines), In Fa (Sinigaglia + Trio Cavallazzi), Taraxacum (Maioli + Fortini)

Nota della redazione: Andrea Maria Simoniello, conduttore di “Folk Bottom” su Neu Radio, ci ha chiesto di pubblicare le tre presentazioni che ha scritto per gli ultimi tre dischi Black Sweat. Siccome seguiamo da anni l’etichetta, e le abbiamo dedicato anche un piccolo speciale, ci siamo detti “perché no?”. Buona lettura e buon ascolto.

DSR LINES, Venndiagram

DSR LINES, Venndiagram

Come nel doppio Spoel, David Edren si conferma corriere e mago cosmico dei synth con la musica elettronica organica di Venndiagram, pubblicato per la prima volta in lp dopo esser apparso solo su nastro nel 2013. Il suono rimane un puro equilibrio tra oscillazioni vibranti, frequenze modulari e pulsazioni ritmiche, ma è l’immaginario generale a mutare: il filo conduttore sono le intersecazioni di forme circolari e geometriche e la minima e chiara nozione che esse rappresentano. Edren immagina coordinate riverberate di seni e coseni galattici, interpreta suoni e distorsioni come traiettorie, pattern melodici come compenetrazioni plastico-piramidali, quasi lo conducesse un impulso primitivo alla combinazione di linee, forme, figure, corde o tangenti, diametri, quadrati o triangoli. Lungo questi sentieri interzonali delinea atmosfere rare per avvolgenza di suoni sferici e spiralici – luminosi e radiosi nella loro aurea ipnotica – o magnificamente estatici ed ascensionali. È molto di più che semplice matematica o geometria, ma un modo alternativo e visionario di concepire il mondo (maximal e minimal) in manifestazioni altre di spazio e tempo.

RICCARDO SINIGAGLIA & TRIO CAVALAZZI, In Fa

RICCARDO SINIGAGLIA & TRIO CAVALAZZI, In Fa

In Fa è un mirabile incontro d’improvvisazione fantasmagorica, un dialogo tra due generazioni che rende superabile ogni barriera espressiva. Sinigaglia (Futuro Antico, Doubling Riders) rimane fedele all’idea di un’opera collettiva, nella quale chi suona è solo uno strumento attraversato dall’energia musicale. Mette a disposizione la sua esperienza di pioniere, con un controllo eccellente dei suoni elettronici, quelli dell’onnipresente, cosmicheggiante Farfisa e dei synth (Moog Sonic Six, Synthi Ems): la loro fluidità lisergica sorregge l’intera architettura del disco. Si aprono così sentieri interstellari e acquatici non ancora sondati, come nastri fluttuanti nell’aria che sprigionano fragranze infinite. La giovanissima sensibilità del Trio Cavalazzi, invece, dona un intrepido tocco cameristico all’insieme: l’impressionante versatilità dei loro archi in termini di rivisitazione e ricreazione stilistica (minimalismo, free jazz, oriente, musica contemporanea) può ricordare, nel suo occulto astrattismo formale, i fasti esoterici della Third Ear Band. Le traiettorie taglienti e radiali del trio creano così una dimensione acustica parallela e straniante. È lo spazio di una sinergia magica, una fusione riuscita, diretta verso una nuova e futuristica musica da camera.

WALTER MAIOLI & NIRODH FORTINI, Taraxacum

WALTER MAIOLI & NIRODH FORTINI, Taraxacum

Taraxacum è l’affascinante avventura di una ricerca musicologica e botanica sulle qualità psicoacustiche del Mondo Verde. È l’indagine di una simbiosi organica, reale e misteriosa allo stesso tempo, tra proprietà farmacologiche della pianta e il suono emesso dalla medesima essenza materica. Dal singolo elemento naturale nasce la vibrazione che permea tutto l’Universo; un binomio indissolubile per cui “ogni cosa che compone l’esistenza contiene l’informazione di se stessa in tutte le sue parti”. Il visionario Walter Maioli (Futuro Antico, Aktuala) è qui accompagnato dal musico-terapeuta e compositore Agostino “Nirodh” Fortini, specialista più che trentennale nel campo del suono e del video applicato alle terapie e alla meditazione. Mettendo a nudo il soffio archetipo del gambo, rallentandone la velocità e manipolandolo e filtrandolo elettronicamente, i due ottengono un bagno di giochi armonici dai poteri purificatori e rigeneranti; un bordone grave e nebuloso abitato da insetti, sonorità aliene simili ai vibrati del Fender Rhodes o intermezzi tonali con giochi di pietre nell’acqua, sulla superficie di un lago interiore, imparando ad osservarsi e tuffarsi nell’amore e nella consapevolezza.