Thronehammer: prendere i bigotti a colpi di doom

Tra i nuovi nomi della scena doom che più hanno saputo incuriosirci c’è quello dei Thronehammer. Se già il disco prima si faceva ascoltare, il nuovo Incantation Rites rappresenta un evidente balzo in avanti sia a livello di scrittura, sia nella ricerca di un suono che sappia imporre la formazione all’interno di un’arena quanto mai affollata. Per questo abbiamo deciso di interpellare la cantante Kat e farci raccontare qualcosa in più sul disco, la band e i mille progetti che la vedono coinvolta.

Cominciamo dal perché una cantante che vive a Durham (Inghilterra) ha deciso di unirsi ad una band tedesca. Come vi siete conosciuti?

Kat Shevil Gillham: Sono in contatto con Stuart West (chitarrista e membro fondatore della band) dal 2007 attraverso MySpace, lui era fan della mia vecchia formazione doom Blessed Realm dagli anni Novanta/inizi Duemila e volevamo fare qualcosa insieme, ma eravamo entrambi impegnati al tempo e concentrati sulle nostre rispettive band, così non è accaduto nulla. In seguito, a inizio 2018, mi ha contattata via Facebook dicendo che cercava un cantante per i Thronehammer e per sapere se io fossi interessata, così gli ho chiesto di mandarmi della musica da ascoltare e me ne sono immediatamente innamorata. Questo è quanto, dopo un mese ero in studio a Durham a registrare le mie prime parti vocali, quelle di “Hammer, Stake And Cross”, che appare sullo split 10” uscito per la The Church Within Records a fine 2018. Il resto, come si dice, è storia.

Usurper Of The Oaken Throne vi ha posto sotto i riflettori, credo però che Incantation Rites abbia spinto le cose a un nuovo livello sia per personalità che per la ricerca di un vostro tratto distintivo. Quali sono, dal tuo punto di vista, le differenze principali tra I due?

Usurper Of The Oaken Throne era di sicuro un album di debutto molto forte, ma credo che con Incantation Rites abbiamo dato una spinta in avanti, anche grazie all’introduzione di alcune nuove influenze nel nostro sound che come stile resta comunque fedele al suo nucleo, ovvero Heavy Epic Crushing Doom! Il nuovo disco è più vario, ci sono più riff e nell’insieme è più sfaccettato, il che porta l’ascoltatore a viaggiare attraverso un panorama musicale più ampio. Credo che ogni aspetto sia migliorato, ho spinto la mia voce verso territori nuovi e più difficili, in più questa volta possiamo contare sul talento di Markus Ströhlein alla batteria e di Uwe Void al basso, che hanno offerto delle performance incredibili sull’album. Di certo sono rimasti degli aspetti del primo lavoro, ma è una versione più varia e potente dei Thronehammer.

Di sicuro avrete dovuto affrontare delle complicazioni dovute alla pandemia, a causa dell’impossibilità di incontrarvi, ma non mi sembra che questo abbia influenzato il risultato finale. Avevate già scritto Incantation Rites prima che il virus vi costringesse a lavorare a distanza?  

Una parte del disco era già stata composta prima della pandemia, poi Stuart e Tim hanno finito il resto la scorsa primavera. Loro due vivono vicini, nella zona sud-ovest della Germania, a circa un’ora di macchina di distanza, quindi non è stato difficile riuscire ad incontrarsi presso lo studio casalingo di Tim dove hanno registrato le parti di chitarra. Per quanto mi riguarda, ho lavorato come avevo fatto per il primo disco, seduta nella mia stanza qui nel nord-est dell’Inghilterra ad imparare le canzoni e a scrivere i testi, così da crearmi da sola le linee vocali, grazie anche al molto tempo che mi ha offerto lo scorso lockdown per imparare e lavorare ai nuovi brani, perciò a settembre ero pronta per registrare le parti di voce.

Ciò che ho maggiormente apprezzato è la capacità di avere più strati di suono e linguaggi differenti all’interno dei vostri brani. C’è un sottile mood epico, un po’ di death e anche alcuni sprazzi sludge qua e là. Come siete riusciti ad ottenere una texture così ricca senza perdere il vostro carattere? Quali obiettivi vi eravate posti mentre componevate il disco? 

Mi fa piacere che tu la pensi così. Ci piace avere strati differenti che si svelano via via che la canzone procede, come dicevo prima è un lavoro con più facce e molti cambi pur senza perdere ciò di cui è fatta la band, che poi è semplicemente heavy, epic, crushing doom and heavy metal! Il nostro traguardo era non ripetere lo stesso disco. Credo che siamo riusciti a creare un seguito robusto, il che non è sempre un risultato scontato, specialmente quando l’esordio è stato accolto così bene dai fan e dalla critica.

Non perché tu sei la cantante o per sminuire il ruolo dei tuoi compagni di viaggio, ma credo che il tuo contributo sia impressionante. Gli approcci differenti, l’intensità, tutto concorre a spingere le canzoni ad un nuovo livello. È stato difficile raggiungere un simile traguardo? Come ti sei preparata per le registrazioni?

Grazie! Di certo ho spinto duramente la mia voce sotto ogni punto di vista, prendendo note più alte nelle parti pulite e allo stesso tempo con alcune delle vocals più profonde che abbia offerto ai Thronehammer. C’è un bel contrasto tra i momenti puliti e quelli più harsh/growling il che è importante. È fondamentale che la voce pulita resti dominante ma ci siano abbastanza growl per rendere il tutto dinamico e alcune parti più intense e oscure. Non mi alleno, semplicemente lavoro sulla voce a casa e l’unico momento in cui canto le linee a voce alta è quando sono già in studio.

Che mi racconti dei testi, come li prepari e cosa influenza il tuo processo creativo?

Stuart ha proposto i titoli e il tema base per poi lasciare che la mia immaginazione facesse il resto e espandesse le sue idee iniziali fino ad ottenere il risultato finale. Passo molto tempo a perfezionare i testi in modo che si incastrino con le line vocali, così come a migliorare le mie intuizioni iniziali finché non sono pienamente soddisfatta e le mando agli altri per avere la loro opinione. L’ispirazione per i miei testi è fornita da antiche guerre avvenute attraverso i secoli, vecchie roccaforti, antichi castelli e fortezze, campi di battaglia circondati da montagne, colline ondeggianti e foreste avvolte dalla nebbia, magie occulte e rituali clandestini, regni scomparsi, guerrieri senza paura, clan e eserciti, panorami ricoperti di ghiaccio e neve, la brughiera.

Sei stata e sei ancora coinvolta in tantissime band differenti e con diversi ruoli, come sei entrata in contatto con il metal e quale è il tuo background come cantante e batterista?  

Sono entrata in contatto con il metal negli anni Novanta che avevo tredici anni, ho cominciato ad ascoltare band come Iron Maiden, Slayer, Anthrax, Megadeth, Metallica, Overkill, Exodus, Testament e altre ancora cui sono stata introdotta da un mio compagno di classe per poi spostarmi verso lidi più pesanti come il death e il doom. A fine ’91 – inizi del ’92 ero pesantemente presa dal death e divoravo ogni cosa uscisse per label come Century Media, Roadrunner/Roadracer, Earache, Nuclear Blast, Relapse e così via. Poi, a metà ’92 mi sono lasciata coinvolgere dalla scena death underground e dal tape-trading, i miei gusti si sono ancor più estremizzati e il black metal si è fatto largo nei miei ascolti tra il ’92 e il ’93. Ero presa dalla scena doom e cercavo di scoprire quante più band doom, death/doom e death potessi ascoltare, grazie anche al collezionare ‘zine che nutrivano la mia fame di nuovo metal estremo, che assommate alle liste del tape-trading rappresentavano un portale per band ancora più oscure ed estreme.

Sono entrata nella mia prima band nel 1990, una formazione thrash da ragazzini che si chiamava Desultory (non quelli svedesi!) con mio fratello minore alla batteria, un nostro compagno di scuola alla chitarra e io alla voce, abbiamo fatto una sola registrazione in sala prove nel dicembre del 1990 che conteneva una cover di “Seek And Destroy” dei Metallica e tre pezzi originali di thrash grezzo e ruvido. In seguito, ho preso parte ad un paio di altre band thrash prima di formare nel 1992 una band death chiamata Morstice, ho registrato due demo con loro prima di andarmene a fine ’94 per gettarmi nel mio primo progetto doom che avevo formato un anno prima, i Blessed Realm, visto che stavo sempre più addentrandomi in quella scena al tempo. Ho registrato varie cose con i Blessed Realm dal 1995 al 2001 e la band si è sciolta ad inizi 2002.

Ho preso una pausa fino a quando non ho formato i Winds Of Genocide nel 2006, una formazione punk/death metal con cui ho pubblicato vari dischi, il primo è stato l’ep The Arrival Of Apokalyptic Armageddon nel 2010 ed è stato seguito da uno split con i giapponesi Abigail intitolato Satanik Apokalyptic Kamikaze Kommandos. Il nostro album di debutto Usurping The Throne Of Disease è uscito nel 2015 per Pulverised Records ed è stato prodotto e mixato dal batterista dei Dismember, Fred Estby. In quella band mi occupavo della voce.

Uncoffined è una band death/doom in cui suono la batteria e canto, ci siamo formati nel 2011 e abbiamo fatto uscire due album realizzati dalla label spagnola Memento Mori, Ritual Death And Funeral Rites (2013) e Ceremonies Of Morbidity (2016). Mischiamo doom tradizionale come i primi Trouble, i Candlemass degli anni Ottanta, I Saint Vitus con vecchie cose doom/death come i Winter uniti ai Dream Death e agli Hellhammer/primi Celtic Frost. Lo definiamo Doom Metal Of Death!

Lucifer’s Chalice invece è una band in cui suono la batteria pesantemente influenzata dalla NWOBHM. Il nostro debutto, The Pact, è uscito per la Shadow Kingdom Records ed è in pratica la nostra sinistra e satanica lettera d’amore scritta con il sangue alla scena NWOBHM e al metal dei primi ottanta, Iron Maiden, Witchfinder General, Witchfynde, Angel Witch, Pagan Altar, Venom e ai primi Mercyful Fate.

Enshroudment è una band funereal doom/death in cui suono la batteria e canto ed è influenzata da nomi quali Morgion, Thergothon, Evoken, i primi Anathema, i primi My Dying Bride, Mourning Beloveth… Il nostro ep di debutto As The Light Is Extinguished uscirà quest’anno.

I Nine Altars, infine, suonano epic doom tradizionale e io mi occupo della batteria e delle parti di voce pulita. Ci ispiriamo a Candlemass, Solitude Aeturnus, Trouble, Sorcerer, i primi Sabbath, Penance, Revelation, The Obsessed, Pentagram… Il nostro esordio The Eternal Penance sarà completato quest’anno.

I Thronehammer non hanno mai rifiutato di prendere posizione in modo fermo su principi e politica, tanto da definirsi chiaramente antifascisti. Cosa ne pensi dell’attuale situazione politica e delle rinnovate tensioni tra chi vorrebbe progredire sulla strada dei diritti civili e la forte resistenza opposta da una grande parte della società (anche nelle classi più basse)? Credi che stiamo vivendo una guerra tra poveri manovrata delle classi dominanti?

Ci saranno sempre divisioni politiche tra le persone, noi prendiamo posizione molto chiaramente quando si tratta dei nostri principi antifascisti. Esiste un enorme problema che riguarda le teorie complottiste dell’estrema destra in questo periodo e continuano ad esserci un sacco di idee conservatrici bigotte in giro. Per questo, esisterà sempre una tensione tra la sinistra e la destra, quelli a sinistra che vogliono più diritti civili e pari opportunità per tutti, come le minoranze oppresse che combattono contro i bigotti della destra che vogliono opprimerle e sono guidati dai pregiudizi su basi etniche, sul colore della pelle, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e così via. C’è molta ignoranza e molta gente ignorante che cammina tra di noi, la guerra per la verità, i diritti civili e la giustizia continua.

In questo periodo siete costretti a posticipare i live, come state lavorando per promuovere il disco? Credi che i social media possano essere un valido aiuto per le band in questi tempi strani?

Stiamo facendo molte interviste per le webzine come questa e anche per le riviste in Germania, cerchiamo di farci recensire su siti e carta stampata come anche di spargere la voce sui social, che è tutto ciò che al momento possiamo fare. È davvero molto frustrante non poter suonare dal vivo per far conoscere il nuovo disco ora o nell’immediato futuro, speriamo almeno di poterlo fare al più tardi nel 2022.  Di certo, come sarà possibile, andremo in tour e suoneremo ai festival.

Ti piace ancora scoprire nuova musica e nuove band? Ci sono nomi cui vi sentite più legati per motivi personali o musicali?

Certo, ascolto sempre un sacco di nuove band. Ci sentiamo legati a formazioni quali Smoulder, Wheel, Lord Vicar, Visigoth, Eternal Champion, Isole, Lunar Shadow, Gatekeeper, Cardinal’s Folly, Crypt Sermon, Sanhedrin, Sumerlands, Spiritual Void e In Grief per fare qualche nome nuovo. Be’, i Lord Vicar non sono così nuovi ma ci siamo davvero legati sia sul piano umano che musicale dopo essere stati insieme in tour per l’Europa centrale a maggio 2019. Tra le mie band nuove preferite ci sono i Göden con l’ex Winter Stephen Flam, così come i tedeschi Lunar Shadow. Da un punto di vista musicale, poi, siamo influenzati da Candlemass, Solitude Aeturnus, Goatsnake, Saint Vitus, Bathory periodo viking, Paradise Lost, Katatonia, Primordial, Winter, solo a citarne qualcuno.

Grazie mille per il tuo tempo, spero di potervi vedere presto in Italia. Sentiti libera di aggiungere ciò che preferisci e lasciaci i vostri contatti…

Grazie per l’intervista! Spero che i vostri lettori ascoltino il nostro disco Incantation Rites, che possono ordinare ai seguenti indirizzi:

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scrmetal.de

Speriamo di suonare in Italia quanto prima!