THISQUIETARMY X AWAY, Machine Consciousness, Phase III

Abbiamo seguito l’interessante collaborazione tra Eric Quach (thisquietarmy) e Michel “Away” Langevin (Voivod) sin dalla prima fase, uscita in vinile per la canadese P572 e in seguito in cd e cassetta per Consouling Sounds e Utech Records, due label che abbiamo sempre avuto nel nostro radar. La cosa è nata, come raccontato dallo stesso Away nella nostra lunga chiacchierata di inizio anno, in occasione di due festival durante i quali lui ed Eric hanno avuto modo di unire le forze per improvvisare insieme. Un esperimento che ha in seguito portato all’idea di rinchiudersi in studio per fissare l’esito di questa fusione tra i rispettivi loro mondi, in realtà meno distanti di quanto si possa immaginare. Per la terza fase, sempre ripresa nel suo nucleo fondante dalla lunga session del 2019, le cose si sono fatte ancora più corpose visto che il materiale è stato arricchito dalla formazione che accompagna thisquietarmy in tour, ovvero Charles Bussières e Reüel Ordoñez (basso e fiati) oltre all’ingegnere del suono Marc-Olivier Germain. Il risultato di questo differente approccio, pur nel suo proseguire il discorso iniziato con le prime due fasi, arricchisce il tutto di ulteriori colori facendogli acquistare un suo tratto peculiare tanto da richiedere un titolo in grado di distinguerlo: ecco, quindi, che da The Singularity, Phase I e II si è arrivati a Machine Consciousness, Phase III. A presentarsi davanti all’ascoltatore è un album dalla forte intelaiatura psichedelica al cui interno si agitano pulsioni sperimentali tra prog e impro jazz per un susseguirsi di cambi di intensità e umori, figli della curiosità dei due musicisti da sempre intenti a mettere alla prova le loro potenzialità e ad esplorare quanti più linguaggi possibili. L’inserimento a posteriori delle rifiniture affidate ai sodali di Quach sottolinea ed esalta i differenti momenti, senza per questo snaturare le caratteristiche principali di un percorso che riesce comunque a mantenere una sua fluidità e non rompe i ponti con quanto detto in precedenza. Semmai, portano ad un nuovo livello la visione iniziale e le permettono di acquistare profondità e nuove sfumature, quasi a completarla e farle spiccare il salto verso un qualcosa di ulteriore rispetto al semplice incontro tra due musicisti del loro calibro. Il gioco vale la candela e l’ascolto finisce per dare ragione all’intuizione dei due nel momento in cui hanno deciso di unire le forze in questa nuova sfida.