THE WATCHERS, Sabbath Highway

Ditemi una cosa: secondo voi, quali saranno le influenze principali di una band che intitola la sua ultima uscita Sabbath Highway? In questo specifico caso i riferimenti più prossimi cronologicamente sono Corrosion Of Conformity e Black Label Society. Quindi avete fatto centro se la vostra risposta è stata Black Sabbath. Sì, ancora una volta! Anche se tutto sommato non ci dispiace. Complimenti vivissimi ai vincitori, mentre, a chi ha clamorosamente mancato il bersaglio, oltre a dare in omaggio un ‘Poteva andarci peggio, no?!’, vorrei soprattutto chiedere cos’ha risposto, perché sono convinto che a sostegno di una scelta divergente ci possano essere fantasia e immaginazione, dunque, creatività.

Sabbath Highway è un ep di quattro pezzi proto-stoner/sludge (ci sarebbe un’ulteriore traccia, seconda in scaletta, ma è solo un intro per far numero) che anticipa un tour in partenza a metà giugno (a supporto di Bang, The Skull e Wo Fat) e la pubblicazione del full length programmata per settembre.
Confezionato come solo in USA sanno fare, se Sabbath Highway fosse uscito nella prima metà degli anni Novanta, in molti si sarebbero masturbati già dal primo ascolto ma, ahimè, siamo già a metà 2017, perciò l’autoerotismo (prevalentemente mentale) è riservato agli appassionati del genere. Noialtri ascoltatori, pronti a mettere sul piatto una sequenza scriteriata di generi disparati, incluso quello in questione, abbiamo facoltà di scegliere se sbuffare dicendo ‘che palle’ con tono di rassegnazione oppure accennare un sorriso per poi esclamare ‘ahpperò’ con moderazione.