THE STAR PILLOW, Invisible Summer

Abbiamo già parlato di e con Paolo Monti, che è anche parte del progetto Daimon con Balestrazzi e Quiriconi (VipCancro): qui, con Invisible Summer, riprende il nome di Star Pillow ed esce col supporto di Midira, etichetta tedesca già incontrata spesso e di solito focalizzata proprio su artisti che piegano il suono della chitarra in chiave ambient. Insomma, di Paolo e delle persone con le quali collabora conosciamo abbastanza e si presume che chi ci legge abbia familiarità con lui. Curiosamente, a questo giro, persino l’artwork presenta un tema simile a quello già visto sul disco di Vainio e Vigroux (cerbiatti/cervi in mezzo alla cosiddetta civiltà), ma del resto si tratta di immagini potentissime.

Invisible Summer, nonostante duri parecchio, oltre a finire per essere percepito come una controparte luminosa di Daimon (più probabile che per Monti sia Daimon a essere la controparte buia di Star Pillow), è in grossa sintesi quasi sempre descrivibile come un meriggiare drone vagamente malinconico, benedetto però da un gusto pazzesco per le melodie, l’elemento in più che solleva quel tanto che basta dalla massa un disco che altrimenti rischierebbe di passare inosservato nella confusione odierna.