THE COMPANY CORVETTE, Never Enough

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I Company Corvette sono tre ragazzoni di Philadelphia dediti al culto di Tony Iommi, che hanno appena pubblicato il loro terzo (se non erro) lavoro, muovendosi nel solco di uno stoner-sludge quadrato e monolitico, per nulla rivoluzionario ma non privo di motivi d’interesse.

Sette tracce per 38 minuti: riff lenti e potenti di chiara ispirazione sabbathiana, chitarre wah in gran numero, bassi distorti e una certa attitudine alla virata blues-psichedelica sono gli ingredeinti principali di un piatto che, se non proprio freschissimo, risulta comunque godibile e mai indigesto. Quello che colpisce è un certo approccio non convenzionale alla materia: elementi stoner, metal, psych, blues e noise vengono mescolati ma rimangono sempre piuttosto evidenti e riconoscibili, quasi come materiali estranei non fusi tra loro ma poggiati intenzionalmente l’uno accanto all’altro. Piuttosto interessante il modo di usare la voce, debitore talvolta di certo noise-rock stile Jesus Lizard od Oxbow (in “Devilwitch” o “The Stuff”) e altrove del primo Henry Rollins (“Burn Out”), cosa che conferisce al disco un tocco malsano e sofferente, in linea con l’estetica “sgradevole” della copertina. Meno convincenti, e meno originali, risultano quei momenti in cui cercano invece di scimmiottare Ozzy.

In definitiva Never Enough è un buon disco, che sembra avere qualcosa da dire all’interno di un genere davvero troppo affollato.