TEAR ME DOWN, Solchi

Attivi dal 1994, i Tear Me Down hanno mutato pelle più volte con l’avvicendarsi di musicisti che hanno di volta in volta portato nuova linfa all’albero senza per questo tagliare le radici di un’attitudine d.i.y. e saldamente hardcore nel senso più completo del termine. Quello portato avanti dalla band è un percorso a trecentosessanta gradi, che dai testi dei brani alla gestione delle proprie attività, dall’adesione a determinati benefit a un’intransigenza marcata riguardo a ciò che può o non può rientrare nella sua orbita, ha reso i Tear Me Down il punto di riferimento e l’esempio perfetto di ciò che gli Affluente hanno definito “fondamentalismo hardcore”: diretta emanazione della scena nata in seno ai centri sociali e alle realtà antagoniste sin dagli anni Ottanta e permeato in ogni suo aspetto da una forte coscienza politica che ne segnava la differenza con quello americano e spesso anche europeo. Solchi è una retrospettiva che copre brani realizzati tra il 1996 e il 2004 che per l’occasione sono stati ri-registrati dalla formazione attuale (stabile da dodici anni) e proposti in ordine cronologico. Questa scelta permette di rileggere la storia dei Tear Me Down alla luce della loro produzione e, in particolare, del momento storico in cui le singole canzoni sono state composte e pubblicate, infatti l’idea posta alla base dell’operazione è spiegata all’interno del gatefold che contiene il vinile e prende le mosse da una frase di Leonardo Da Vinci: Li circuli delli rami delli alberi segati mostra il numero delli suoi anni e quali furono più umidi o più secchi, secondo la maggiore o minore loro grossezza. E così mostrano gli aspetti del mondo dov’essi erano volti. Solchi offre, perciò, un punto di vista privilegiato per ripercorrere quella che è la storia dell’ala più politicizzata e realmente antagonista della scena hardcore italiana, senza rete e soprattutto senza limitarsi ad una mera compilation di versioni già edite. Inutile sottolineare come questa scelta renda Solchi una ghiotta occasione sia per chi già apprezza la musica della formazione e ritroverà qui tutti i classici, sia per chi al tempo era magari troppo giovane e ha avuto l’opportunità di ascoltarli e cantarli solo dal vivo. Di certo un lavoro che racchiude i suoi solchi all’interno di una corteccia ruvida e poco incline ad ammorbidirsi per piacere a tutti, ma anche la fedele fotografia di una delle realtà fondamentali del panorama hardcore punk nazionale.

Tracklist

01. Musica È Commercio
02. Tu
03. Cancella Il Passato
04. Come L’Inferno Potrebbe Essere Peggiore?
05. Hipster Di Merda
06. Prendi Una Posizione
07. Germe Di Violenza
08. Paga Il Prezzo
09. 10, 100, 1000 Acca Larentia
10. Zona Di Guerra
11. Non Appartengo
12. Nei Tuoi Occhi
13. Not Just Boys Fun