SYSTEM HARDWARE ABNORMAL + TOMMASO BATTISTELLI, 17/5/2014

System Hardware Abnormal

Bologna, Der Standard.

Il Der Standard lavora in parallelo – dall’altra parte di Bologna – con il Bar Modo Infoshop. Entrambi ospitano nei loro piccoli spazi eventi importanti per la scena italiana. Mentre all’Infoshop hanno suonato Mai Mai Mai, Eternal Zio o Aun, solo per citarne alcuni, al modo ovest il clima è spesso più rumoroso e aspro. Nomi come Ralph Brown e Lost Shelter (progetto di Davide Tozzoli aka N.) hanno inquinato e fatto tremare una Bologna non poi così alternativa come vorrebbe, portandoci una grande fetta di musica estrema. Neanche stasera si quieteranno gli animi, anzi: i volumi si alzeranno e il bizzarro diverrà protagonista, in un botta e risposta sonoro dalle diverse sfaccettature.

Non ci si aspetta il pienone, l’evento non è stato tanto pubblicizzato e alla fine si rivela adatto per pochi intimi. Mentre aspetto l’inizio, spulcio fra i dischi che DJ Balli e Ralph Brown tengono in un piccolo stand aperto da poco all’interno del bar. Verso le 22 il “Supreme Unjustice Tour” tocca anche Bologna. Il primo protagonista è Stefano Di Trapani, poliedrico musicista romano conosciuto per essere parte del folle duo 8-bit Micropupazzo e per la collaborazione col già citato Cutrone negli Hiroshima Rocks Around. A questo tour partecipa col suo progetto harsh noise solista System Hardware Abnormal, qualche anno apparso proprio su Sonic Belligeranza di Balli (in un incredibile 4-way split picture disc dedicato alla pizza…). La strumentazione è montata all’ingresso del locale, all’opposto delle casse, posizionamento che darà il suo contributo all’insolita composizione dei due concerti. Non c’è tempo per l’introduzione, qui si va diretti contro un muro, ultra-noise a crudo, ma anche in questa assenza di presentazione c’è un senso: Di Trapani non ci lascia il tempo di pensare e, prima che qualcuno si renda conto della situazione, il set è già finito. In 12 minuti si dice tutto. Movenze alla Connelly e violenza alla Dilloway: tra questi canoni si muove il rumore che rimbomba al Der Standard. I toni acidi, sporchi, spingono il loro stesso creatore a danze epilettiche.

Del tutto diverso, invece, il concerto di Tommaso Battistelli, che qui riproduce il suo disco Purpose (Selvaelettrica/Supremal Unjustice Production). All’inizio sembra quasi voler proporre un requiem per noi ascoltatori, vittime del precedente assalto all’arma bianca: una lenta suite cupa per trascinarci nel suo vortice personale. Intanto, per questo set decido di sedermi su uno dei divanetti e di lasciarmi sfiorare dalle note provenienti dalle casse dietro di me. Il Der Standard si fa rumoroso, le persone sono al banco a prendere una birra e chiacchierare, ma poco male: Battistelli le fonde insieme al suo drone e le ricopre di una patina nera e lucida che le rende lontane ed eteree. Questo gioco paradossale fra musica eterea e rumori ambientali – inevitabili in un bar – dona all’insieme una vena malinconica. Tra feedback e suoni di campane è come stare in una piazza nel mezzo della notte, con un più piacevole senso dell’atmosfera. Se poi si conta che la sensazione ci viene trasmessa dopo i magnifici estremismi precedenti, l’idea di calma si arricchisce di una nota aggiunta. L’esplosione iniziale di System Hardware Abnormal e il suo rimbombo nel tempo di Tommaso Battistelli non lasciano spazio all’inserzione di una vera e propria festa: il tutto finisce troppo presto, per continuare senza strumenti al bancone.

Grazie a Ralph Brown per la foto.