STARFUCKERS, Sinistri

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Sinistri esce la prima volta per la Underground Records nel 1994, storica etichetta-negozio del centro di Bologna. Successivamente rivede la luce nel 1999 (la band se lo ristampa da sola con la Lessness) e nel 2010 la romana Sometimes Records lo include nella raccolta “Starfuckers – Ordine ’91-‘96”. L’album dev’essere rimasto talmente impresso nella memoria dei più attenti ascoltatori di cose post tra i Novanta e i Duemila che ora la milanese Parachute Records, specializzata in sonorità elettroniche (dopo quanto fatto dalla Corpoc lo scorso anno per Infrantumi) si prende la briga di rimetterlo sul mercato in formato vinile (senza troppi giri di parole: hanno capito da che parte tira il vento…). Sinistri è insomma un disco che conosciamo bene, e che anche a distanza di ben 22 anni ha il suo perché, la cosa stupisce ancora di più visto l’esordio del quartetto, Metallic Diseases, urgente e fin troppo stoogesiano nel risultato finale. Evidentemente quel fuoco che ardeva poi si spegne e si fa cenere (tranne l’eccezione surreal-punk di “Ordine Pubblico”), le parti rimaste bruciacchiate sono questi ideali lacerti di suono somiglianti a cut-up burroughsiani incollati tra loro (“251 Infinito”), saltelli funk incastrati nei passaggi alla maniera degli Slint in “Mutilati”, schegge cinematiche tra Morricone e il free-jazz (“In Primo Luogo”), le rarefazioni aliene della misteriosa “Zentropia” e via elencando (può sembrare una bestemmia, ma non è così distante la lezione del Gruppo Di Improvvisazione Nuova Consonanza). Non devo aggiungere molto altro, solo (vivamente) consigliarlo a chi non ce l’ha.

Tracklist

Lato A
1. Derivazione / Attesa
2. 251 Infinito

Lato B
1. In Primo Luogo
2. Mutilati

Lato C
1. Zentropia
2. Ordine Pubblico

Lato D
1.Macrofonie 1A Per Suoni Parassitari