STALKER, Vertebre [+ ascolto in anteprima di “Tornado”]

STALKER, Vertebre

Gli Stalker si erano formati dodici anni fa, dopo lo scioglimento dei Kafka. La formazione era la stessa, con l’aggiunta di Alberto degli Ex-Otago alla voce. Purtroppo gli impegni personali avevano costretto tutti a una lunga pausa dopo un paio d’anni d’attività, interrotta solo da poco con la ripresa dei concerti e il disco in uscita a breve, di cui oggi vi offriamo un’anteprima. Che il nome sia di quelli che sarebbe stato un peccato andassero persi nei cassetti della memoria è testimoniato dalle etichette scese in campo per offrire una casa a Vertebre: solo quattro pezzi, ma di quelli in grado di imprimersi in mente sin dal primo ascolto. Merito delle bordate sonore che i musicisti riescono a estrarre dai loro strumenti e delle peculiari vocals a cavallo tra italiano e inglese, ulteriore segno distintivo della proposta con il loro incedere tra l’urlo e il racconto, perfettamente a loro agio in mezzo a un continuo esplodere di riff distorti e a una ritmica che a tratti prende prepotentemente il controllo della situazione.

Si dovrebbe forse parlare di un hardcore mutante in cui confluiscono riff sabbathiani e accelerazioni old-school, dilatazioni ricche di atmosfera e deviazioni noise, persino folate di vento nordico, il tutto con un forte piglio personale e la voglia di non lasciarsi imbrigliare in qualche schema precostituito, ma anche con il carattere giusto per non lasciarsi travolgere dai molti ingredienti in gioco e non perdere di vista una traiettoria ben definita. Così, si riesce a passare attraverso umori differenti con estrema naturalezza e soprattutto senza poter ascrivere gli Stalker a questo o quel filone preciso, sempre che non si voglia agire per approssimazioni. Come poter incasellare, del resto, un brano come quello che dà il titolo al lavoro? “Vertebre” contiene più di quanto sarebbe lecito aspettarsi, ma a fine corsa non lascia disorientati nonostante la sua natura sfuggente e impalpabile: è un lento o veloce? È ricco di atmosfere o di urgenza di comunicare? Ci commuove o ci colpisce come un pugno allo stomaco? Ecco, gli Stalker rappresentano proprio l’incapacità di dare una risposta univoca a queste domande e al contempo la sensazione di non essersi persi in un dedalo caotico e senza una sua ben precisa ragion d’essere. Per assaporare e cogliere ogni singolo aspetto ci vogliono però la giusta predisposizione, il tempo giusto per lasciar decantare e penetrare sotto pelle ogni singola sfumatura, ma questo non dovrebbe spaventare chi è abituato ad intendere la musica come qualcosa di più di un normale sottofondo e conosce l’importanza di un disco che cresce ascolto dopo ascolto, si svela poco a poco e ripaga proprio chi sa dedicargli tempo e attenzione. Ne risentiremo parlare: questo è poco ma sicuro.

Tracklist

01. Tornado
02. Vertebre
03. Masonic Youth
04. Mai Più