STAGNANT WATERS, Stagnant Waters

Stagnant Waters

Adversum è un’etichetta gestita per metà da Kim Sølve, che è il 50% del duo di grafici Trine e Kim, ai quali abbiamo commissionato il nostro logo. Questo è accaduto perché i gusti sono molto simili. Stagnant Waters, ad esempio, metterebbe d’accordo parecchi di noi qui dentro. Aymeric Thomas (batteria, elettronica, clarinetto) e Camille Giraudeau (chitarra, basso) sono due francesi che gravitano attorno al metal estremo: hanno fondato questo progetto e alla voce hanno chiamato il signor Svein Egil “Zweizz” Hatlevik, che è quello che nel 1999 suonava le tastiere in 666 International dei Dødheimsgard. Si parla dunque di avant-black, inteso come quello della generazione di band quali Dødheimsgard (appunto), Arcturus, Manes, Thorns, Peccatum… Tra le caratteristiche di questo non-genere c’era l’apertura all’elettronica (estranea al black metal tradizionale), specie alla jungle, al drum’n’bass e ai breakbeats, ma anche – e qui le discussioni si sprecano – a certo industrial, inteso come far suonare il proprio black metal in maniera più meccanica e chirurgica, provando a usare anche la drum machine. Non che negli anni Novanta qualcuno non avesse già preso in considerazione questi incroci, ma la novità stava nell’averli provati sul telaio creato da Mayhem ed Emperor, tante volte riuscendo a restare ugualmente malati e inaccettabili. Qualcuno invece cercava di essere più prog, qualcun altro spingeva dentro a forza tonnellate di tastiere, per fortuna gli Stagnant Waters sanno che anzitutto nel dubbio occorre menare come se non ci fosse un domani. Essendo un progetto che nasce e (probabilmente) muore in studio, si sono divertiti anche con un taglia e incolla feroce che li collega a gente tipo Venetian Snares, Bong-Ra, Whourkr e Igorrr. Campionamenti e beat non lineari soffocano senza preavviso esplosioni di metal estremo, e viceversa, in una specie di zapping che però non perde mai la visione d’insieme. In questa tempesta Zweizz si fa notare per come sputa sangue dall’inizio alla fine. Una proposta per certi versi in controtendenza oggi, ma che può davvero parlare a chiunque mastichi metal estremo, basta che non sia troppo dogmatico.

Tracklist

01. Algae
02. ССАЕР ЦНАПЯЛ ПНОИ ТАТ
03. Of Salt And Water
04. Castles
05. Concrete
06. Bandaged In Suicide Notes
07. Axolotl
08. From The Breaking Neck To Infinity