SPACCAMOMBU, In The Kennel – Volume 2

Spaccamombu

Giunta al secondo capitolo (il primo vedeva in azione Gentless3 vs La Moncada), la serie In The Kennel della Goatman Records fa incontrare Mombu e Paolo Spaccamonti per un viaggio che fonde accenti drone, tradizione doom, pulsione tribale e una connaturata indole sperimentale all’interno di cinque tracce dai sapori decisi, nonché chiara indicazione dei punti fermi che le due realtà condividono nel loro background. La prima e più evidente finisce per dare il titolo all’ultimo brano, lo stesso in cui prende posto un accenno (volontario?) a un’altra collaborazione illustre, quella tra Boris e Sunn O))), a creare un dedalo di richiami e indizi utili per decifrare un  album in continuo crescendo. Anzi, proprio con lo scorrere dei minuti si ha l’impressione che il progetto prenda via via maggiore vigore e si liberi dalla timidezza, come due pugili prima impegnati a studiarsi e poi lanciati l’uno contro l’altro, inferociti dall’adrenalina  Sono molti i momenti riusciti di Volume 2 (fosse stato il 4, avremmo avuto un altro incastro perfetto), a cominciare dal riff che apre “Mountains Crashing Sound”, un brano che non può non ricordare la montagna per eccellenza, ovvero mr. Leslie West, o “Assufais” lanciata come un treno in corsa nel cuore dei più oscuri riti caraibici. “Altar Of Iommi” in questo senso è la conclusione perfetta, catarsi e climax di uno scontro/incontro in grado di traghettare l’ascoltatore attraverso stili e linguaggi senza alcuna frattura, soprattutto senza che appaia l’ingombrante fantasma della pretenziosità, con le due anime sorprese a giocare un botta e risposta a dir poco travolgente. A volte gli incontri tra musicisti appaiono come semplici esercizi di stile, per nostra fortuna qui il risultato è quanto mai appagante.