SOVIET SOVIET, Andrea Gnometti

Soviet Soviet

Per i Soviet Soviet il 2013 è l’anno del giro di boa. All’orizzonte c’è la pubblicazione del primo disco, che costituirà un momento importante per la loro carriera. Il trio pesarese, attivo dal 2008, ha dato alle stampe in questi anni una serie di ep che hanno suscitato subito l’interesse di critica e pubblico. Un sound a “presa rapida”, a cavallo tra la new wave e il punk, è diventato da subito il punto di forza dei ragazzi, che hanno trovato nella dimensione live il loro habitat naturale, tanto che gli ultimi mesi sono stati occupati da un tour con moltissime date, alcune delle quali in Europa, a conferma della bontà del progetto. Qualche anticipazione sull’album è lo spunto per una rapida chiacchierata con la band.

Che anticipazioni e dettagli potete dare sul vostro primo disco in uscita nel 2013?

Andrea Gnometti (basso, voce): È una nuova esperienza e una nuova sfida per noi. Ci siamo sempre cimentati nella registrazione di ep e quindi ora ci troviamo davanti a un nuovo lavoro. La cosa ci incuriosisce e ci dà la spinta allo stesso tempo. Sono mesi che pensiamo e lavoriamo sui nuovi pezzi, apportando ogni volta qualche piccola modifica che ci convince maggiormente. Ancora non sappiamo la data esatta dell’uscita, che dipende da moltissimi fattori, ma pensiamo verso la primavera. Intanto finiamo queste date del tour invernale e poi ci rinchiuderemo in sala registrazione.

Ormai vantate un ampio numero di concerti all’estero. Qual è la differenza che vi ha colpiti di più rispetto ai live in Italia?

La differenza maggiore è legata al pubblico presente ai live. C’è un feedback molto forte tra i fan, tra le persone che vengono a sentire e a vederti durante un concerto. È un modo differente di vivere questa dimensione. C’è una forte curiosità legata alla musica.

Avete in programma nuove date estere prossimamente?

Sì. Siamo stati contattati per un paio di date in Messico (Città del Messico e Guadalajara) a fine febbraio. Forse a marzo saremo in Ucraina e a maggio in Portogallo. Poi si parlerà di un tour europeo, ma ancora è tutto in fase di elaborazione e programmazione. Per ora la nostra priorità è l’album, quindi tutto il resto segue questo impegno.

Come descrivereste la vostra musica in poche parole?

È il risultato delle nostre influenze: non abbiamo mai pianificato il genere a cui appartenere. Tornando alla domanda, penso che la nostra sia musica istintiva, energica e potente.