SNEER, Herb: A Life
Alzo le mani, non conoscevo Herb Alpert, anche se a sentir citare la Tijuana Brass non capisco se è il ricordo o l’immaginazione ad aprirmi mondi. Gli Sneer però li conosco eccome, il loro Young Again mi aveva sorpreso ed entusiasmato lo scorso anno, con un jazz che era solo il punto di partenza verso mondi e scenari immaginari. Quindi perché togliersi il piacere di conoscere storie ed artisti nuovi? 4 brani e basta l’attacco di “A Taste Of Honey” (anche sigla di “Tutto il calcio minuto per minuto”) per capire che il miele può posarsi anche sul materiale più ruvido, riuscendo a rendere vispo e tosto qualunque contrasto. Poi “Green Pepper”, stacco da un minuto e poco più che dà profondità blasé con un ritmo accentuato, a confermare che anche se il campo da gioco è questo, Sneer rimane bestia in grado di graffiare non appena le si cede un metro. Poi un suono arcade che si trasforma in puro cinema per le orecchie, quasi un inseguimento tra Hanna & Barbera e l’A-Team, per finire su una spiaggia a bere cocktail da una noce di cocco in “Spanish Flea”. L’ultimo brano, “Tijuana Taxi”, è pura decomposizione in frammenti secchi e digitali di un’anima romantica. Sconquasso ridotto a codici binari, suoni che filano tra spazio e circuiti. Sneer si dimostra ghigno sardonico, anche e soprattutto nel lasciarci con la voglia di ascoltare altro, cogliendo in pieno il loro bersaglio per la seconda volta in pochi mesi, alzando ancora un po’ la barra delle nostre aspettative.