ŠIROM, 11/9/2019

Širom

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Parma, Post War Cinema Club. Foto di Gabriele Bertani.

Si ripetono parole di stupore per questa band.
Verso la fine del tour europeo di presentazione del nuovo A Universe That Roasts Blossoms For A Horse, il trio delle meraviglie sloveno arriva nelle campagne di Parma, nello splendido spazio del Post War Cinema Club, una cascina vicino all’aeroporto, scenario perfetto per le loro musiche intime, remote e imprendibili.

Un arsenale di strumenti di ogni sorta, tra cordofoni autocostruiti, liuti di ogni foggia, violini da paesi vicini e lontani, percussioni per gamelan balcanici, campane tibetane, melodica, tamburi, banjo (spesso suonato con l’archetto), flauti ancestrali, una ghironda e una molla collegata a un tamburo come amplificatore primordiale, un tocco e una cura di ogni minimo dettaglio che lasciano ammutoliti. La traccia perno dell’ultimo lavoro è la lunga (oltre quindici minuti) “Sleight Of Hand With A Melting Key”, tutta poliritmi e sincopi, una sinfonia acustica che concede migrazioni, vertigini: basta chiudere gli occhi e partire. La paletta timbrica è come al solito vasta e avvolgente, le composizioni sono spazi aperti che mantengono un’indecifrabile e familiare cantabilità pur osando strutture coraggiose, tra un certo gusto progressivo e un che di avantfolk che ricorda, come già notato in passato, le indimenticate pagine di Bilé Inferno, il capolavoro firmato da Iva Bittová e Vladimir Vaclaveck. Il concerto, davanti a un pubblico totalmente rapito dal magnetismo acustico di questi bardi di una tradizione che non sappiamo dire, si concentra principalmente sul repertorio degli ultimi due dischi; il battito antico di “A Pulse Expels His Brothers And Sisters”, l’epopea di “Low Probability Of A Hug” (scelta come singolo, gira anche un video in rete), benedetta da una melodia che non lascia scampo. La musica a nome Širom sembra concepita in stanze senza muri, proviene forse da altopiani, da cascate nascoste, da radure dove regnano i cavalli. Musica che vive di un rapporto simbiotico con la natura, e a questo accenna Samo Kutin, quando racconta che le improvvisazioni da cui nascono le loro canzoni spesso vengono suonate in spazi naturali e totalmente in acustico, proprio per vedere in che modo il paesaggio circostante possa influire sul loro suono (e cita un video repereribile on line sull’argomento, “Memoryscapes”). Un suono delicatissimo e potente, pronunciato costantemente in punta di dita, su dinamiche che indugiano al pianissimo come se la band volesse dire all’ascoltatore: “Ricordatelo, le belle notizie arrivano sempre a bassa voce”.
Lotte tra cavalieri o rincorse di animali nella foresta risuonano in “Same As The One She Hardly Remembered”, musica che sa arrivare al cuore per vie nascoste nei boschi dell’impossibile; a un certo punto, quando si arresta il ritmo, come se la battuta di caccia o il duello avessero un momento di inattesa pausa, si spalanca una magia purissima, e siamo in territori di classica, di drone, di contemporanea, di ambient senza bisogno di sintetizzatori. È il Novecento, ma non il Ventesimo Secolo. È il Novecento Avanti Cristo. I ragazzi disseppelliscono arie di un passato prealfabetico, ammantandole di futuro e riuscendo nell’impresa di suonare istantaneamente senza tempo. E quando l’ultimo suono scompare nel silenzio, ci sentiamo partecipi di un segreto comprensibile solo per chi abbia cuore ed orecchie spalancate. Širom è la più bella scoperta di questi ultimi anni: se ancora non li avete sentiti, anche ora che ne parlano un po’ tutti, non perdete altro tempo, scopriteli. Invidio di un’invidia sana chi li ascolterà per la prima volta, anche se la loro qualità migliore è che le loro canzoni (perché comunque, di questo si tratta) a ogni ascolto svelano nuove prospettive e fioriscono ogni volta a nuova vita, spalancano mondi.

Un plauso doveroso ai ragazzi dell’Associazione Culturale Buuuio che hanno organizzato lo show e in questi cinque anni hanno portato da queste parti tra gli altri White Hills, Squadra Omega, Konstrukt, Stefano Pilia, Alessandro Fiori, Holiday Inn e In Zaire.

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