SIMONE ALESSANDRINI, Storytellers

Il jazz come sterrato polveroso da percorrere per ricordare la Seconda Guerra Mondiale a Roma, un riuscito affresco neorealista e immaginifico che racconta episodi di vita quotidiana sotto le bombe, mischiando felicemente afflato popolare, linguaggio personale, inventiva e comunicativa. Simone Alessandrini, classe 1983, al sassofono alto, soprano e alle composizioni, esordisce in quartetto con un disco dedicato proprio ai raccontastorie, e sono sette scene (più un prologo) messe in musica con Antonello Sorrentino alla tromba, Riccardo Gola al basso elettrico, Riccardo Gambatesa alla batteria (in tre pezzi Dan Kinzelman, nome già noto in quanto leader di Hobby Horse, a tenore e clarinetto).
Una sottile vena à la Nino Rota pervade l’intero disco, come ne “L’imbroglio Del Cordoglio”, otto minuti sornioni che regalano un sorriso e raccontano un episodio da commedia italiana (ma di storia vera si tratta: simulare la morte per coprire le urla di un maiale in modo che i tedeschi non lo scoprano e se lo portino via, perché in tempo di guerra un maiale è troppo prezioso… protagonista dell’episodio è Raffaele di Borgo Montenero) mescolando un ritmo da marching band e un’atmosfera spassosa e sottilmente felliniana, con Kinzelman in bella evidenza al clarinetto. Il disco si apre proprio con un suono di banda di paese, come fosse la rediviva Banda Ionica di Roy Paci (Matri Mia, album da recuperare se non lo conoscete) quasi a catapultarci a occhi chiusi in un piccolo mondo antico che non c’è più, ad aprire un sipario, e così può iniziare la proiezione: “Sor Vincè” inaugura il programma con un’incalzante sincope di basso e batteria su cui fioriscono efficaci obbligati di fiati che sanno di certo Louis Sclavis (altezza L’Affrontement Des Pretendants o del Sam Rivers di Dimensions & Extensions del 1967). Intorno ai 2:40 la ritmica si ferma per lasciare spazio a un avvincente dialogo tra gli ottoni, non così lontano dal suono massiccio di certi Zu, sebbene il peso specifico qua non sia così ingombrante. Ottimi sia Alessandrini che Kinzelman mentre basso e batteria macinano un tempo rock, successivamente si torna per un momento a una sarabanda che sa di Art Ensemble Of Chicago, si danza sul bordo del caos finché non riparte un beat drum & bass che traghetta il pezzo alla sua naturale conclusione. Centro pieno. Più raccolta e dolente “Le Lettere Di Olga E Nazario”, che prende spunto da una storia d’amore e da lettere scritte e mai arrivate: qui l’influenza di un Enrico Rava o di Javier Girotto mi pare palpabile, con Sorrentino sugli scudi, lirico ed incisivo. Personalmente questo tipo di atmosfere non mi comunica più di tanto, sebbene il pezzo dal punto di vista compositivo sia assolutamente ben strutturato: affiora forse un filo di prevedibilità, ecco. Sensazione che subito scompare per lasciare spazio a una piacevole sorpresa col groove autistico e ipnotico de “Il Gobbo Del Quarticciolo”, Steve Coleman che approva sullo sfondo, bellissime aperture melodiche e un 7/8 che rotola e non lascia scampo né punti di riferimento, per aprirsi in una fioritura tematica pregnante e fulminea: poi, di nuovo, il groove, insistito e sottile, i discorsi pieni di senso del sassofono, sono passati due minuti scarsi e sono già successe tante cose, ma i musicisti qui sono in stato di grazia, liberi e lievi, precisi e affilati, l’arrangiamento è arioso, le dinamiche danno aria e movimento al pezzo (da sottolineare il batterismo mai ridondante o didascalico di Gambatesa), un altro bersaglio colto esattamente nel centro. “Ti Presento Adriano”, pur essendo formalmente impeccabile, non mi trasmette molto né mi suona particolarmente urgente, lo stesso dicasi per “Cetto La Mitraglia”, ispirata alla toccante storia di un soldato trombettista (molto gustose le note di copertina, con brevi racconti per ogni pezzo). Si chiude con “Storytellers”, che riprende il tema del prologo, quasi un’elegia, un ultimo saluto, a chiudere il sipario su un disco che, al netto di qualche passaggio non perfettamente a fuoco ci consegna un musicista fresco e con bella personalità, capace di coniugare l’amore per Zappa e il progressive dichiarato nella cartella stampa con un gusto tutto italiano per le melodie che avvince senza eccedere in retorica: insomma, un altro da monitorare nel panorama italiano. Il nostro radar è acceso.

Tracklist

01. Prologo
02. Sor Vince’!
03. L’Imbroglio Del Cordoglio
04. Le Lettere Di Olga e Nazario
05. Il Gobbo Del Quarticciolo
06. Ti Presento Il Sig. Adriano
07. Cetto La Mitraglia
08. Storytellers