SHAPEDNOISE, Aesthesis

SHAPEDNOISE, Aesthesis

Niente equivoci: Nino Pedone è un protagonista. Con la sua etichetta Cosmo Rhythmatic fa grandissimi dischi: nel 2019, ad esempio, ha messo in giro Solitude dei King Midas Sound, un mezzo capolavoro. Altra roba che ha realizzato in questi anni ci dice invece qualcosa su com’è lui, perché non è un caso che in catalogo abbia Mika Vainio, Ilpo Väisänen e Franck Vigroux, e non è un caso nemmeno che in Aesthesis torni ospite Justin K Broadrick. Shapednoise per me è “Pacific Rim”: robottoni, botti, azione. No, non è un film di Michael Haneke, né ambisce ad esserlo: per come Nino spazializza i suoni, direi che con lui è come mettersi quei caschi della realtà virtuale per vivere un’esperienza immersiva, sicuramente con tanti combattimenti. Per certi versi è un paragone svilente, ma – ripeto – non abbiamo a che fare con uno stupido: sentire la prima traccia per vedere come prova a conciliare un suo pezzo con una voce femminile, alla ricerca di una canzone impossibile. E poi dipende sempre da quello che uno cerca: Shapednoise regala vertigini, ferite alle orecchie e un viaggio su di un caccia. Prendere o lasciare.