SENKING, Capsize Recovery

Senking

Jens Massel (Senking) è un veterano di casa raster-noton e porta avanti quelle istanze scorniane che hanno avuto molta fortuna in questi anni, ultima traccia esclusa, che invece deve tutto a Porter Ricks. La recensione, come ogni tanto tocca scrivere, potrebbe finire qui, ma non perché si tratti di un disco così derivativo da essere inutile. Capsize Recovery possiede essenzialità, sobrietà, basse frequenze “tonde” e profonde, atmosfera, quanto di meglio un fan dell’etichetta tedesca chiederebbe a Nicolai e niente di più e niente di meno di quello che un altro fan chiederebbe a Sua Maestà Mick Harris (o ad altre etichette come la Ad Noiseam, che da anni esplorano questi terreni). Dell’ultimo Scorn, Jens possiede anche la capacità di infilare ogni tanto melodie semplici ma azzeccatissime. Non dimentichiamo un aspetto che sembra interessare molto a chi compra questi dischi in questo periodo, anche perché ha in effetti una sua valenza estetica: al pari del progetto del fu batterista dei Napalm Death, Senking si basa sull’analogico. Vale per lui come per i Pan Sonic: con un laptop non potrebbe far bene il suo mestiere.

Manierismo? Ok, mi dia pure due etti di manierismo.

Tracklist

01. Chainsawfish
02. Shading
03. Cornered
04. Capsize Recovery
05. Tiefenstop
06. Nightbeach
07. Murders
08. Enduro Bones