SEMPRE PEGGIO, Anni Buttati

“Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione” (Amici Miei)

Prendere una abbondante dose di Oi!, annaffiare con testi irresistibili che non di rado ti fanno ridere da solo come uno scemo (“Rinnegato Oi!”), dargli la marcia in più del rock’n’roll e spolverare con energia a profusione grazie a suoni carichi e mai spompati. Tutto semplice e già sentito, ma – come diceva mia nonna – tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e non sempre i risultati sono quelli desiderati. Proprio qui sta la differenza con molti lavori simili che mi porta a citare il celebre film di Monicelli, nella determinazione con cui i Sempre Peggio calano sul tavolo la loro mano di carte e nelle felici intuizioni con cui infarciscono i testi, per non parlare del sample da fine serata alcolica presente su “Risveglio”. Insomma, quattro pezzi senza trucco e senza inganno, ma lasciati andare in una galoppata che non si arresta di fronte a nulla, con quella botta che li fa uscire dalle casse con un volume 11 degno di This Is Spinal Tap e non te li toglie più dalla testa. Merito delle chitarre che donano la giusta carica, dei cori da boccali al vento sotto il palco, ma anche di una sezione ritmica che pompa a dovere e di un “crederci” che tracima da ogni solco. Magari sarò io che in questo periodo ho un ritorno di fiamma con certi suoni, più probabilmente è la semplice regola secondo cui ogni cosa se fatta bene e con convinzione ha dalla sua la forza di superare steccati di genere e pregiudizi, perché se non si fosse capito quello che propone la band in “Anni Buttati” è un cocktail in grado di far chiudere anche la giornata più merdosa con un sorriso e la voglia di stapparsi una birra insieme agli amici. Il bello è che per ottenere un simile risultato non è servito inventarsi chissà quale stramberia o colpo di teatro, anzi la genuina passione e la voglia di prendere le cose senza chissà quali ghigni da ras del quartiere che questi quattro pezzi riescono a trasmettere valgono più di mille artifici da marpione del pentagramma. Tutto il resto è, come detto, affidato ai testi non banali e ai suoni giusti che veicolano il messaggio in modo ottimale, che in fondo fin troppo spesso la mancanza di questo fattore affossa anche il pezzo più incisivo almeno sulla carta. Come diceva una vecchia pubblicità: Basta poco che ce vo’ (almeno a saperlo fare con questi risultati). Slainte!

Tracklist

01. Malelingue
02. Rinnegato Oi!
03. Risveglio
04. Senza Freni