SATURNINE, Mors Vocat

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Il debutto delle SaturninE ci aveva colpito e fatto scommettere su di loro, ma è con Mors Vocat che arriva la conferma di averci visto giusto, perché la formazione ha alzato l’asticella e ha oliato a dovere la sua macchina da guerra. Doom, sludge, black, death, crust, sono molti i linguaggi che confluiscono all’interno delle nuove composizioni, autentici macigni contrassegnati dalla dicotomia tra estremismo sonoro e linee melodiche che ne impreziosiscono la trama, con un tenue velo settantiano che fa capolino qua e là a riannodare le fila con le radici delle sonorità prescelte. C’è molto metal oscuro, ma anche un’indole punk che tiene lontana ogni pulsione a patinare i suoni, sempre in possesso di quella ruvidezza che s’addice a un album simile e perfetti per dare forma alla visione complessa delle SaturninE. Del resto, già l’artwork ricco di simbolismi (pur nella sua apparente semplicità) svela come questo sia un lavoro distante dal classico disco da trangugiare tutto d’un fiato, almeno se si vuole sotto la superficie e cercare di ricostruire le linee di una ragnatela in cui note e testi si intrecciano per rafforzarsi reciprocamente. Dall’inevitabilità della morte (ripresa dal poeta latino Ovidio) al rapporto conflittuale tra uomo e natura, senza dimenticare la critica alla società attuale votata ad autodistruggersi, i testi non si limitano ad affiancare la musica ma reclamano un loro ruolo fondamentale nell’economia del tutto. Non è semplice riuscire a comporre brani scuri e quasi asfissianti nel loro incedere monolitico senza rischiare di scadere nel rischio monotonia, così come è difficile variare senza apparire disomogenei, eppure il primo full length della band si mantiene in equilibrio senza perdere una sua identità di fondo, una scrittura peculiare che, pur tra i rimandi a influenze più o meno palesate, finisce per mostrare una personalità ben delineata. Per questo, come anticipato in apertura, Mors Vocat conferma le potenzialità della formazione e lascia il segno, a riprova di come bastino un’intuizione felice e la voglia di seguirne l’evoluzione senza preconcetti per aprire la via a una serie quanto mai ampia di variazioni e sfumature differenti. Noi continuiamo a fare il tifo per loro.