SATURNINE

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Le abbiamo scoperte al tempo del debutto e abbiamo scommesso su di loro, non potevamo rinunciare a fare il punto della situazione ora che è uscito il primo album e le promesse sono state mantenute. Del resto, Mors Vocat offre più di uno spunto su cui vale la pena soffermarsi. Alle domande hanno risposto Jex (basso) e Samantha (chitarra).

Ciao, fa piacere incontrarvi di nuovo, prima di parlare di Mors Vocat credo però sia il caso di cominciare col raccontarci cosa è successo all’interno della band e chi ne fa attualmente parte.

Ciao Michele, prima di tutto grazie per l’intervista; attualmente la formazione è composta da Katrien alla voce, Samantha e Julia alle chitarre, Jex al basso e Angelica alla batteria. Circa un anno e mezzo fa ci sono stati diversi problemi con la cantante che avevamo (Laura) ed è stato necessario continuare senza di lei. Dovendo trovarne una nuova, il nostro primo pensiero si è concentrato sul cercare una persona simile a noi musicalmente, per attitudine e che fosse amica. Abbiamo provato a trovarla in Italia, purtroppo però non ci siamo riuscite. Per questo abbiamo chiesto a Katrien (ex Last Legion Alive) di unirsi a noi anche se abita a Berlino. Per quanto le distanze siano notevoli, preferiamo condividere la band e tutto quello che ne consegue con una persona a noi completamente affine.

Vi abbiamo conosciuto grazie a un debutto autoprodotto e ora vi ritroviamo con un nuovo album in uscita, come sono andate le cose e quali sono le etichette coinvolte?

L’unica etichetta coinvolta nella nuova uscita sia in vinile, sia in cd è la Terror From Hell (o anche Elektroplasma Music) di Stefano e Francesca. Inizialmente avevamo accordi con Razorback Recordings per la versione in cd e con Avantgarde per quella in vinile, ma dopo lunghe attese sia da parte nostra, sia loro, è stato deciso di cambiare e quindi abbiamo chiesto ai ragazzi se potevano essere interessati all’uscita. Dopo l’ascolto del master, Terror From Hell si è subito resa disponibile per la produzione dell’album. Inizialmente l’accordo era solo per la versione in cd e in un successivo momento anche per quella in vinile, quindi ci ritroviamo con entrambe le versioni prodotte dalla stessa etichetta. Siamo molto soddisfatte del lavoro svolto dai ragazzi, sono molto professionali, veloci e propositivi, ci siamo trovate veramente molto bene a lavorare con loro!

Mors Vocat si presenta con un artwork minimale ma di forte impatto, soprattutto con un potente valore simbolico nella scelta delle immagini, come è nato e chi lo ha curato?

L’artwork è stato ideato da Jex. Dopo una lunga ricerca volta a trovare qualcuno che potesse interpretare al meglio l’idea, ha pensato di chiedere ad un grande amico ed artista: Andrea Bonini (ANXTV/NSA). Andrea ha uno stile semplice, deciso e ricco di contenuti, che ricorda quello di Nick Blinko (Rudimentary Peni). Blinko è l’autore di molte grafiche di grandi album punk degli anni Ottanta, quindi potrebbe non essere del tutto affine al genere di musica che proponiamo, ma a nostro parere Andrea ha caratterizzato al meglio l’album, partendo da una copertina molto semplice ma con un forte impatto in termini visivi e di significato, trasmesso dai due elementi principali: l’ouroboros e l’albero/donna. Oltre a disegnare la copertina, si è occupato anche della scrittura a mano di tutti i testi. Successivamente, Riki Grumo (amico e grafico di fiducia) ci ha aiutato nella composizione e impostazione delle grafiche finali.

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Musicalmente il nuovo disco prosegue lungo le traiettorie di un sound che vi ha da subito caratterizzato, ma ne evolve e amplia la portata con l’aggiunta di nuovi elementi e differenti equilibri. In che modo sono cambiati il vostro approccio e la percezione della vostra musica?

Più che di cambiamento parleremmo appunto di evoluzione. Nei tre anni successivi alla composizione della demo c’è stata una volontà generale di imparare, dare e trasmettere qualcosa in più, che se da un lato tiene conto della “semplicità” proposta nella demo, dall’altro aspira ad esplorare nuovi orizzonti. A questo si aggiungono anche i cambi di line up che hanno portato un nuovo imprinting nella stesura dei pezzi.

Personalmente, ho trovato Mors Vocat più ricco di sfumature, così da risultare più completo e vario pur nel suo impatto monolitico di matrice sludge/doom. In particolare mi è sembrato di scorgere una maggiore vena metal, specie death, nella scrittura, mi sbaglio?

Si tratta della ricerca di cui accennavamo nella risposta precedente: non amiamo confinarci in un unico genere e ci piace assorbire varie influenze da incanalare nella nostra musica, che siano sludge, doom o death. Dopo la demo abbiamo sentito il bisogno di andare oltre e arricchire il nostro sound con dei particolari che ci rispecchiassero in modo più complesso.

Parliamo delle sensazioni e degli umori che scaturiscono dalla vostra musica: cosa influenza il taglio oscuro e opprimente delle Saturnine? In breve, da cosa traete spunto e di cosa vi volete liberare/volete buttare fuori quando prendete in mano gli strumenti?

A questa domanda potremmo rispondere con tante, tante cose…. è la vita quotidiana con le sue mille sfaccettature a influenzare la nostra musica. Come è risaputo, la vita presenta quotidianamente delle situazioni di tristezza e sconforto che per noi diventano fonte di ispirazione per trasmettere quello che sentiamo.

Vista la natura ibrida del vostro suono, mi viene voglia di chiedervi se vi sentite unite a qualche comunità/scena in particolare e quali sono le band cui vi considerate più affini.

La nostra natura è ibrida proprio perché ognuna di noi ha un background musicale differente. Se volessimo fare dei nomi di band che ci hanno influenzato, diremmo sicuramente Bathory, Saint Vitus, Electric Wizard, Celtic Frost, Amebix, Axegrinder, Siouxsie And The Banshees, Death, Black Sabbath e molti altri.

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E come ascoltatrici cosa vi lega e cosa invece differenzia le singole Saturnine? Vi va di consigliarci qualche disco che di recente ha attirato la vostra attenzione?

La tendenza alla musica lenta e opprimente è un elemento d’unione, poi ciascuna di noi segue il proprio gusto personale, che include anche musica più veloce ed estrema. Alcuni dei dischi che ultimamente ci hanno molto colpito sono 13 dei Black Sabbath, Advaitic Songs degli Om, Longing dei Bell Witch, Feretri degli Abysmal Grief, The Underground Resistance dei Darkthrone, Effigies Of Evil degli Hooded Menace, Summoned From The Void dei Solothus.

Come vi riuscite ad organizzare per le date live, avete già in programma qualche data per presentare il nuovo disco?

Organizzarci per le date live non è del tutto semplice, poiché viviamo in quattro città diverse, ma cerchiamo di fare il nostro meglio. Il nostro nuovo disco è uscito a ridosso del nostro primo tour europeo di supporto agli Abysmal Grief, che si è concluso poco tempo fa. Abbiamo fatto quindici date in diversi paesi europei e, nonostante le sfighe che abbiamo avuto, il tour è andato bene e il disco ha ricevuto un ottimo feedback sia in termini di vendita, sia in termini di risposta del pubblico.

Grazie mille per il vostro tempo, lasciateci i contatti per restare aggiornati sulla band e a voi le conclusioni…

Grazie ancora per l’intervista! Tutti gli aggiornamenti sulla band vengono pubblicati periodicamente sulla nostra pagina Facebook.