THE SAMUEL JACKSON FIVE, The Samuel Jackson Five

The Samuel Jackson Five

Con questo self titled i The Samuel Jackson Five cercano di portare il loro suono a un livello successivo, continuando il processo di allontanamento dal post-rock delle origini. Sono passati quattro anni dall’uscita di Goodbye Melody Mountain e la band si presenta ora con una formazione allargata, che comprende nelle vesti di guest i due vincitori del Grammy norvegese Truls Heggero e Pål Angelskår, oltre a Thomas Batlie (Rumble In Rhodos) e Jonny Knutsen. Sono tutti cantanti: la novità di questo disco dovrebbe essere infatti l’inserimento della voce, anche se alla fine va ad arricchire il gruppo in maniera trascurabile. L’uso dei cori risulta efficace entro certi limiti, mentre il cantato porta i The Samuel Jackson Five nella dimensione del rock semplice e leggero a cui si aggiunge il solito, ammiccante tocco di elettronica. La struttura dei brani in questo contesto subisce un certo ridimensionamento, in cui si preferisce sacrificare dilatazioni e stratificazioni varie pur di raggiungere un minutaggio ridotto e, di conseguenza, una forma-canzone più accessibile. Ci sono ancora melodie vivaci e segmenti strumentali piuttosto validi, ma non vengono sviluppati adeguatamente e il risultato suona un po’ incompleto; a conti fatti si tratta di un album molto soft e non particolarmente ispirato. Il post-rock nella sua essenza non ha più granché da offrire, così come la sua superficiale contaminazione con certi generi, e va considerato che la band dopo essere giunta al suo quarto album potrebbe iniziare a essere a corto di idee.

Tracklist 

01. Never-Ending Now
02. Mockba
03. Electric Crayons
04. Radio Gagarin
05. Race To The Self-Destruct Button
06. What Floats Her Boat
07. Ten Crept In
08. A Perennial Candidate
09. Tremulous Silence
10. …And Then We Met the Locals
11. Low Entropy