RISE ABOVE DEAD, Ulro

Un disco capace di colmare lacune nel bagaglio culturale di chi ascolta ha già vinto in partenza, e devo ammettere che prima di approcciarmi a questo Ulro, ultimo lavoro dei Rise Above Dead, William Blake giaceva trascurato in un polveroso angolo della mia memoria (con buona pace dell’amore per gli Ulver, autori tra le altre cose del colossale Themes From William Blake’s The Marriage Of Heaven And Hell… epic fail!).
Non è stata certo una scelta facile o tantomeno oziosa quella di dedicare alla mitologia e alle visioni dell’artista inglese un lavoro interamente strumentale, eppure in questa mezz’ora di musica si celebra il riuscitissimo matrimonio tra l’intreccio di poesia, pittura e misticismo che caratterizza l’opera di Blake e il post-metal dalla forte impronta cinematica del gruppo milanese, due forme di espressione unite dalla medesima esigenza di andare oltre i confini stilistici e stimolare riflessioni sul mondo che ci circonda.

La traccia introduttiva “A Vision Of The Earth”, costantemente in bilico tra riff concreti ed atmosfere astratte, è una finestra aperta sulle desolazioni in cui Blake collocava moltitudini schiave di falsi idoli e in balia degli interessi di pochi. Non è difficile cogliere il muto parallelismo suggerito dalla band: cos’è infatti il reame di Ulro se non una metafora del mondo contemporaneo nel quale tutti noi viviamo prigionieri di ritmi frenetici e bisogni materiali che ci distolgono dal piacere della conoscenza e dalla bellezza dell’arte?

Malgrado la sensazione di fatalità che traspare dai tumulti sonori di “Hardship Of Joy” e dalle progressioni cariche di tensione di “The Divert Of Perceptions”, il successore di Heavy Gravity brilla per la delicatezza con cui trame dall’inconfondibile matrice metal si piegano al cospetto della componente melodica, evitando estremismi e divagazioni che ne avrebbero solo appesantito la struttura. Sfrondate di ogni elemento superfluo le sei tracce di Ulro godono di una durata contenuta che ne valorizza il contenuto e rende l’ascolto accessibile anche a chi non fosse avvezzo al genere.
Immediatezza ed equilibrio sono i punti di forza di quest’album, merce rara da trovare in un’epoca in cui si tende a confondere quantità con qualità, nonché prova della maturità raggiunta dai Rise Above Dead in più di dieci anni di carriera.