RATOS DE PORÃO + BUFFALO GRILLZ + ENTACT, 30/6/2013

Ratos De Porão

Roma, Traffic.

Anche a estate inoltrata qui a Roma non mancano gli eventi di rilievo. Tornano infatti i Ratos De Porão, pesi massimi dell’hardcore brasiliano e mondiale, che in Italia hanno sempre avuto un seguito invidiabile, anche qui nella Capitale: l’ultima loro calata capitolina li portò davanti a un Forte Prenestino pienissimo (non ero presente, me li vidi al Cremona A Mano Armata il giorno dopo, ma questo è quanto mi è stato detto), dove hanno spesso suonato le altre volte che sono venuti da noi.

Vista l’enorme differenza che c’è tra lo storico centro sociale sulla Prenestina e il Traffic, non in pochi si sono chiesti come avrebbe fatto la gente ad entrare in un locale tanto più piccolo e – soprattutto – quanto invivibile sarebbe stata la situazione, con il caldo tipico di questo periodo dell’anno. Purtroppo per gli organizzatori e anche per i gruppi, sono venute molte meno persone rispetto alle volte scorse, e in questo la scelta della location e il costo del biglietto (dieci euro, da molti considerato eccessivo, non si sa perché) sono state le principali ragioni della scarsa affluenza. Nonostante i Ratos siano quanto di meglio si possa avere in giro, sia quanto a gruppi storici sia quanto a prestazioni live in ambito hc, molti ancora li vedono solo come “gruppo da centro sociale”, per il quale non vale la pena spendere più di cinque euro. Molti sono infatti quelli che non hanno probabilmente gradito la scelta di un locale: per molti “defenders” dell’hardcore non è il caso di andare a vedere una band se, per una sera, non suona in uno spazio occupato, soprattutto con cifre del genere. Situazioni come questa sono considerate vero capitalismo (chissà perché poi alcuni di questi duri e puri poi non hanno problemi a spendere molti più soldi per gente come Rancid, NOFX, Social Distortion e così via, in quel caso non più ritenuti una minaccia per la scena).

Quando iniziano a suonare gli Entact, lo scenario è quello di un Traffic semi-deserto, dove perfino fuori non ci sono così tante persone quante ci si aspettava. Sebbene non sia mai stato un loro fan, sono contento che il gruppo siciliano sia ancora attivo. Inizialmente noti come Undead, avevano cambiato nome qualche anno fa per omonimia: la prima volta che li vidi, nel 2009, assieme a Un Quarto Morto e Max Carnage, suonarono in maniera più che dignitosa. Erano diversi anni che non se ne se sapeva più niente, e molti credo li ritenessero sciolti. Rispetto ad allora, il loro stile mi è sembrato molto più orientato sui Converge, con sprazzi melodici che ricordano i Tragedy. Non essendo mai stato un amante di nessuno di questi due gruppi, non posso ritenermi divertito dal loro show, che però è stato quantomeno onesto.

Dopo di loro, a calcare il palco sono i Buffalo Grillz, che da queste parti hanno suonato diverse volte. Sebbene facciano grindcore, sono molto più orientati verso sonorità moderne e pulite, influenzati da band che non amo (Nasum su tutti). Ci sono state delle volte nelle quali sono accorsi in molti a sentirli, ma questa volta parecchia gente è rimasta fuori a bere. C’è stato un breve accenno di pogo su “Forrest Grind”, ma finito il pezzo non ci sono state altre riprese. Questa sera propongono molti brani da entrambi i loro dischi, Grind Canyon e Manzo Criminale, suonando anche di più rispetto a un concerto standard del genere (40-45 minuti abbondanti), non riuscendo però ad attirare più spettatori al loro show.

Quando arriva il turno dei Ratos De Porão, la situazione invece cambia: attaccano con “Anarkophobia” e subito tutti entrano a vederli. Sono in ottima forma, e tempo due/tre pezzi partono il moshpit più furioso e lo stagediving più intenso (su “Amazonia Nunca Mais” mi lancio come non facevo da molto tempo). Gli anni avanzano, ma loro sembrano sempre invincibili: suonano veloce come su disco, con una grinta invidiabile e soprattutto rara per un gruppo con alle spalle ben trent’anni di carriera. Si sono trovati molte volte davanti a ben più gente, ma non sembrano curarsene, dando il meglio di loro stessi come in tutte le altre occasioni nelle quali mi è capitato di vederli. Gordo poco prima dello show aveva ammesso di non avere più voce, ma sta invece dimostrando il contrario. La setlist non solo è lunga (un’ora e un quarto di divertimento senza fine), ma è anche perfetta, ben bilanciata tra classici degli anni d’oro e pezzi più recenti.

Anche questa volta, questi signori non solo hanno dimostrato di essere i migliori, ma sono riusciti a non far desiderare minimamente le reunion di tutti quei gruppi hardcore che oggi sono tornati dopo anni di inattività. Vi lascio volentieri i vari Black Flag nuovi, continuerò sicuramente a divertirmi il doppio vedendo per l’ennesima volta i Ratos De Porão!