RAINBOW LORIKEET, Tail Biting

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Nicolò Tescari si è già fatto spazio in mezzo a etichette underground tra gli Stati Uniti e Londra, quest’anno approda sulla Seagrave, che ospita tanti progetti interessanti, ad esempio Best Available Technology. Tail Biting è un incrocio tra un dancefloor buio e la colonna sonora di una nuova versione di Videodrome ambientato in uno scantinato a Tokyo: luci sotterranee e polverose, white noise e beat lenti e insistenti giocano con sonorità industrial con qualche sguardo volto indietro agli anni Ottanta e ai videogiochi robottosi (“Escapology”). Le atmosfere virulente da horror futuristico entrano in un loop da sparatutto e nervi tesi, con qualche cyborg distrutto che spunta dall’angolo (“Factory Fire”), passando per tracce techno fumose e sintetiche, con qualche dettaglio old school che si integra perfettamente nella struttura e non ha nulla del ripescaggio nostalgico (“Acheronte”, “Nervosa”). “Tail Biting” e “Water Palace” calano l’adrenalina e muovono verso un ambient cupo ed etereo che s’interrompe a mezz’aria, lasciando aperta qualche piccola parentesi ma chiudendo globalmente la porta dei beat marziali e dei circuiti.

Le combinazioni funzionano, e quelli che normalmente sarebbero suoni tappabuchi o degli arricchimenti superflui risultano ingredienti essenziali in un insieme fluido e ben orchestrato. Se i confini della techno industrial oggi sono resi sempre più labili da tentativi mal riusciti, Rainbow Lorikeet ha sicuramente rinforzato il suo tratto di barriera. Un’uscita su cassetta che, nonostante la nostra ossessione per i nastri, avremmo visto benissimo anche su vinile.