RABID DOGS

Quattro anni di attesa tra due dischi non sono pochi, eppure i Rabid Dogs hanno saputo mantenere alta la curiosità grazie al passaparola degli appassionati e a live travolgenti, perfetti per far deflagrare la loro personale formula a base di grind’n’roll spruzzato di stoner. Se, poi, si aggiunge un immaginario che affonda a piene mani nella storia italiana di fine millennio, con particolare attenzione a cronaca nera, criminalità organizzata e intrecci con la politica, appare chiaro come la loro non sia la solita minestra riscaldata, ma una vera e propria leccornia per palati fini (meglio: stomaci forti). Scontato che approfittassimo dell’uscita di Italian Mysteries per scambiare quattro chiacchiere e farci raccontare qualcosa dal disponibilissimo bassista Claudio.

Ciao, anzitutto facciamo un breve riassunto di cosa è successo tra The Octopus e il nuovo Italian Mysteries: quali le cose più importanti accadute a persone e a band in questi quattro anni?

Claudio (basso): Ciao Michele, dunque… tra l’ep The Octopus e il nuovo disco Italian Mysteries, come hai detto, sono passati quattro anni, un bel po’ di tempo durante il quale ci siamo dedicati soprattutto al suonare dal vivo. Questo fatto, per quanto positivo, ci ha però rallentato nella scrittura dei nuovi bravi contenuti nell’ultimo disco. Tra gli avvenimenti memorabili vissuti dalla band in questo lasso di tempo posso sicuramente citare la nostra partecipazione all’Obscene Extreme del 2015. Un’esperienza grandiosa, che speriamo di ripetere prima o poi!

In un’epoca in cui le band si formano e si sciolgono in pochi mesi e tutto sembra concentrato in tempi ristretti, voi andate in controtendenza e non avete paura di concedervi il lusso di fare le cose con calma. Far di necessità virtù o, piuttosto, una presa di posizione?

Già prima della composizione di Italian Mysteries eravamo convinti di dover affrontare ogni fase con la dovuta calma. Non si procedeva se ciasuno di noi tre non era veramente convinto di quello che stava suonando, stessa cosa per quanto riguarda il lavoro in studio. Questa strategia ci ha inevitabilmente portato via tempo, ma noi non abbiamo mai avuto fretta, il nostro obiettivo è quello di essere davvero soddisfatti del lavoro svolto.

Anche a livello di suoni non avete paura di osare e avete lasciato che il vostro grind’n’roll assorbisse una solida componente stoner, un matrimonio sulla carta a dir poco strano, visto che accosta velocità e tempi dilatati, approccio in your face e attitudine rilassata. Come è nata questa idea?

Il nostro miscuglio di grind, hc, rock’n’roll e stoner è frutto di un processo spontaneo. Abbiamo allargato sempre più i nostri ascolti spostandoci molto sullo stoner, e dunque su musica più rilassata, meno veloce e con atmosfere molto più dilatate e psichedeliche rispetto al grind. Non abbiamo avuto nessun problema a scrivere brani anche completamente diversi da quelli che avevamo fatto finora. Questo è piuttosto uno stimolo in più per confrontarsi con stili così lontani tra loro e cercare di creare qualcosa di originale. Non so se ci siamo riusciti ma ti posso dire con assoluta sincerità che siamo davvero orgogliosi di Italian Mysteries! Per quanto riguarda il suono e l’intero lavoro in studio non possiamo non ringraziare il nostro fonico, ormai di fiducia, Angelo Raffaele De Innocentiis dell’Alien Recording Studio, che è stato insostituibile come sempre. Ha partecipato attivamente al nostro disco, consigliandoci spesso soluzioni migliori di quelle che avevamo pensato e realizzando anche un assolo di piano in puro stile rock’n’roll!

Quello che non cambia è il vostro rapporto con l’Italia e la sua storia recente, a partire dall’artwork. Da dove viene questa passione? Quali i personaggi e le vicende che vi hanno più colpito e ispirato?

Dici bene, i testi sono quasi interamente dedicati alla nostra storia recente, in particolare ai difficili e violenti anni Settanta. Ci sono diversi personaggi e avvenimenti che hanno destato il nostro interesse e su cui ci siamo documentati attraverso libri, documentari, film. Per citarne alcuni: Licio Gelli e la P2; il boss della mala milanese Turatello e il suo rapporto difficile con Vallanzasca; la NCO di Cutolo; l’eversione e il terrorismo. Il titolo del disco trasmette bene l’idea dell’oscurità di alcuni di questi fatti, mai completamente chiariti. E la copertina è un capolavoro di Davide Mancini (Dartworks) che ha ben raccolto insieme questi personaggi tragici in un disegno in pieno stile romanzo giallo. Un artwork davvero azzeccato, non potevamo aspettarci di meglio.

Un’altra grande passione che resta immutata è quella per la televisione e il cinema, al solito fonti importanti di input e persino campioni presenti lungo il disco. Pensate che l’approccio dei media sia cambiato nel corso degli anni? Se sì, cosa vi manca e cosa invece preferite oggi rispetto al passato?

Siamo grandi fan del genere definito “poliziottesco” e da questi film prendiamo spesso intro o sample. Sono film crudi, spesso molto violenti, che descrivevano senza falsi buonismi la situazione di quegli anni. Tale approccio diretto del cinema o della tv alla realtà oggi non è totalmente scomparso, mi riferisco in particolare a delle serie recenti che raccontano senza filtri fatti di criminalità attuali. Queste serie, come quei film allora, spesso sono criticate quasi fossero un’apologia o un’esaltazione della violenza criminale. Ma hanno il merito di raccontare le realtà più bestiali del nostro Paese, realtà che sono sempre ben peggiori di qualunque sceneggiatura.

Facile immaginare dei video ad accompagnare anche i nuovi brani come già accaduto in passato, avete già qualche idea?

Il video di “Straight To Jail!”, forse il pezzo migliore di Italian Mysteries, è stato già girato e montato giorni fa, quindi è pronto per essere lanciato, e ti dò un’anticipazione, è un video molto rock’n’roll, e molto erotico. Ci siamo divertiti tantissimo a girarlo ed è venuto una bomba! Vorremmo, nei prossimi mesi, realizzare altri due videoclip promozionali, abbiamo già le idee chiare in merito.

Uno dei vostri punti di forza sono i concerti, sempre coinvolgenti e carichi di energia. Quanto conta per voi il rapporto che si instaura con il pubblico e il suo coinvolgimento durante i live? In generale, quale è il pubblico dei Rabid Dogs? Date l’idea di un gruppo capace di attirare anche ascoltatori con gusti solitamente differenti, o sbaglio?

Saper intrattenere il pubblico e farlo divertire è la cosa principale per noi, proviamo a essere sempre coinvolgenti durante i nostri concerti e qualche volta ci riusciamo pure. Il pubblico che viene a vederci è composto principalmente da ascoltatori di musica grindcore o hc, ma siamo apprezzati anche da chi ascolta stoner proprio per quelle parti più lente presenti nelle nostre canzoni. Spesso quando suoniamo nei festival estremi siamo un po’ fuori contesto, perché ormai i nostri pezzi – soprattutto gli ultimi – non sono più né grind, né veloci, ma portare una proposta musicale leggermente differente a volte può incuriosire l’ascoltatore, e questa è una cosa buona.

Quali i ricordi più belli e gli aneddoti più bizzarri raccolti in tour?

Vorrei raccontarti di quante ragazze ci facciamo in giro, di quanti bei bocchini riceviamo ogni sera prima e dopo i concerti, ma mentirei spudoratamente. Gli episodi divertenti sono quasi tutti legati a bevute e feste ad alto tasso alcolico ed infatti non me ne viene in mente neanche uno (ride, ndr).

Avete già delle date programmate per promuovere Italian Mysteries? Dal vostro punto di vista, è più facile oggi organizzare date in Italia o la situazione vi sembra peggiorata?

La nostra prossima data è il release party di Italian Mysteries e si farà al Ride’n’Roll a Chieti Scalo (data purtroppo passata nel momento in cui leggerete questa intervista, ndr), locale storico e gestito da amici, ci abbiamo suonato tante di quelle volte che ormai la consideriamo la nostra seconda casa. Sarà inoltre una doppia festa perché oltre ad essere, come ho detto, il nostro release party, è anche il compleanno di uno dei gestori, questo significa che molto probabilmente suoneremo fracichi. Credo che per noi, come per molte altre band, sia più facile trovare una data all’estero che in Italia ma onestamente non saprei dire per quale motivo.

Last famous words… lascio a voi concludere come meglio vi pare

Ti ringraziamo per l’intervista, e quando ci vedremo di nuovo, per sdebitarci, ti offriremo un Lattoni, il nostro drink ufficiale! Salute!