PYRAMIDS, Pythagoras
Tornare dopo così tanto tempo potrebbe significare iniziare di nuovo da zero. Una nuova consapevolezza, un nuovo pubblico, una nuova idea? I texani Pyramids rientrano in gioco con un singolo che unisce un ibrido latino a un’idea di musica potenzialmente pesante e al medesimo tempo lascia vedere certi anni ’80. Un non detto ferino mentre in primo piano si stagliano scintilii rock quasi da stadio, per un brano che è una piccola meraviglia. Emy Smith, la vocalist integrata dai quattro per questo disco, si sposa alla perfezione col resto, dando paradossalmente un fascino stradaiolo alle moine lucenti di quel che da molti è definito come shoegaze ma sembra per lo più uno sdilinquirsi per le prime file sotto al palco. I nodi vengono al pettine e riescono a essere più o meno tollerabili grazie al resto dell’impianto, ma scalfiscono il progetto. Sulla carta, sul primo singolo, tuto sembrava perfetto: immaginatevi un mastodontico edificio brutalista, squadrato, grigio, freddo, colorato poi con la vitalità a tratti pacchiana e rabbiosa dell’incedere neoperreo di Emy. Ma in “Bones And Eggshells” a tornare alla mente è niente di meno che Midge Ure, per uno sguardo al passato veramente non richiesto né necessario. Molto meglio il fuoco alle polveri di una “Mira Mirame Brillar”, rantoli e tromba con un Messico che si riprende il Texas danzando su un assolo dritto che viene fagocitato dalla furia percussiva. In “Brine” l’unione fredda e tenera finamente centra l’obiettivo con rumore e dolcezza a collimare in un impasto omogeneo e vibrante, mentre le linee dei beats aggiungono manciate di polvere colorata al viaggio. “Cracks” è una torch song a tutti gli effetti e potremmo anche cedere alla lacrima di fronte a un disco che cresce brano dopo brano e che con pochi accorgimenti sarebbe stato un colpo da ko. Certo, diranno in molti, che vuoi che sia un pezzo in un disco? Quel sassolino nella scarpa, quel fastidio che tarpa le ali, che non esce dalla nostra mente nemmeno canticchiando una sorprendente “God Of Light”, summa e finale perfetto per un’avventura che gronda diverse temperature e lascia abbacinati.