PROGENIE TERRESTRE PURA, starCross

Ci sono sempre stati gruppi – magari pochi – che hanno dato al black metal una connotazione fantascientifica, spaziale: la stessa Avantgarde Music, che pubblica tutti i dischi dei Progenie Terrestre Pura, ha scoperto diversi anni fa una grandissima band come i Darkspace, che probabilmente in questo caso sono il miglior esempio per farmi capire al volo da chi ascolta black. Sull’uso delle tastiere e dell’elettronica nel genere, oltre che sulle sue potenzialità ambient/atmosferiche, si è scritto di tutto e di più: i Progenie Terrestre Pura – grazie a synth, software e drum machine – sono bravi a sviluppare questo discorso e a dare l’illusione di essere nel futuro, circondati da macchine, e a trasmettere la vertigine del vuoto; in questo starCross evitano pure di essere troppo “zarri” (non esserlo del tutto è davvero difficilissimo), perché basta sbagliare qualcosa quando si prova a suonare in questo modo e subito si diventa la versione brutta dei Kovenant, che già non erano proprio bellissimi. Per quanto io non conosca a fondo la loro discografia, soprattutto qui si sente che i Progenie hanno ascoltato molto industrial black, perché riescono ad avere quell’impatto particolare (asettico è l’aggettivo giusto?) di band come Dødheimsgard e Thorns, o dei Satyricon di Rebel Extravaganza…

Inglese da migliorare (no, non siamo a scuola, però…), per il resto sono ok e mi piacerebbe vedere cosa riescono a combinare dal vivo.