PINETA E PROSTITUZIONE, La Dolcezza Di Salerno

Sarabande noise, urla impastate in un suono violento e allo stesso tempo melmoso. Questo il contenuto della nuova tape messa su dal più che prolifico Italo Belladonna, conosciuto come Venta Protesix, con all’attivo una messe di pubblicazioni da fare invidia ai più incalliti e produttivi noisers giapponesi.

Pineta e Prostituzione in realtà è un gruppo aperto (sono passati un po’ di musicisti in questo progetto) che si basa sostanzialmente su di un trio col chitarrista Giovanni Montesanto e il sassofonista Vincenzo Basso, in alcuni pezzi anche Gaetano La Padula e Francesco Spirito.

La Dolcezza di Salerno è la scusa per ricordare un periodo storico e un quartiere della loro città di origine, dove fino agli anni Ottanta si potevano trovare in piena attività molte prostitute nel centro. Fa strano scoprire fatti del genere se si vede quella che è diventata oggi la seconda città della Campania (in competizione con Napoli, il turismo, le luci d’artista, un rinnovato fermento culturale in atto, per alcuni magari solo apparente…).

Belladonna e soci, alla loro maniera, evocano quegli anonimi protagonisti e il quartiere poco illuminato dove avvengono quegli incontri sessuali, e dove regna incontrastato il consumo massiccio dell’eroina, usando il classico armamentario: laptop e chincaglieria rumorosa varia usata come pochi al mondo sanno fare, con la necessaria dose di follia.

“CASIMIRO” è un incrocio, bastardo va da sé, tra gli Hanatarash e le violente virate jazz-noise dei Naked City di Zorn e soci, “Lido Jamaica” assomiglia a un ideale pugno in faccia, “Stefania Youjizz” è un insostenibile crash tra ritmiche wave e ferraglia rumorosa, mentre la traccia che occupa tutto il secondo lato, “Dove Sono Le Italiane?” lascia chiaramente storditi e inermi (a tratti il giochetto è sinceramente insopportabile), ma i musicisti portano a casa il risultato giocando sadicamente con le vostre orecchie, che si sorbiranno tredici minuti e passa di martirio rumoroso degno del Prurient più malefico. I Pineta e Prostituzione adorano essere cattivi e in fondo adorano la loro città.