PHAZM, Scornful Of Icons

Tornano dopo otto anni di silenzio discografico i francesi Phazm, sempre sotto l’egida della Osmose e dopo aver conosciuto alcune vicissitudini che li hanno portati a dei cambi di formazione.

Per presentare in modo adeguato la proposta musicale del gruppo si può parlare di un’interessante mescolanza di metal estremo, rock’n’roll e anche blues. Una sorta di death’n’roll quindi, che però non si allinea supinamente alla codificazione svedese del genere. In particolare i Phazm sono più inclini a divertire e hanno un pizzico di follia che caratterizza la loro musica, priva di effetti, tastiere, trigger e altri artifici. Nonostante questa semplicità di base, Scornful Of Icons beneficia di un’ottima produzione e fin dal suo primo ascolto è riconoscibile il marchio di fabbrica della band. L’iniziale “Ginnungagap” si sviluppa su di un riff blueseggiante e una ritmica sostenuta, tipicamente death con le sue raffiche di doppio pedale: la ricetta funziona sempre molto bene e il brano lascia presagire il meglio per il seguito del disco. “Pierhryck” si contraddistingue invece per l’approccio vocale gutturale, paragonabile al suono di uno didgeridoo. Le novità non sono circoscritte al cantante, si ritrova infatti nel corso dell’album un death metal tradizionale inframmezzato a ritmiche pop, passaggi crust, aperture tipiche del melodic death e anche inteludi ambient. Comunque il brano più strano – o audace che dir si voglia – è senza dubbio quello che dà il titolo all’album, vista l’aggiunta di canti, violino e nyckelharpa, strumento tradizionale svedese. Il ricorso a questi accorgimenti risulta funzionale all’economia del disco, soprattutto quando vengono utilizzati con discernimento, anche se l’album precedente Cornerstone Of The Macabre appariva assai più omogeneo e denso e non tendeva, come invece Scornful Of Icons, a disperdersi in molteplici direzioni. In conclusione, chi ama il death metal capace di reinventarsi con l’incorporazione di elementi originali e che fuoriesce dai sentieri battuti ordinariamente potrà dirsi soddisfatto dell’ascolto del nuovo disco dei Phazm.